Bonus 60% per i lavori di ristrutturazione, messa in sicurezza dal rischio sismico ed efficientamento energetico, arriva la nuova proposta di riforma degli incentivi per interventi fino a 100mila euro di importo massimo. La proposta è della Lega e prevede di coprire le spese per gli interventi sugli immobili dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2035. Il testo ricalca, per alcuni aspetti, la messa in sicurezza sismica e l’efficientamento energetico della direttiva Case green, con qualche accorgimento.
Innanzitutto, quello del reddito. La proposta va nella direzione di favorire le famiglie e i contribuenti meno abbienti e impossibilitati a permettersi simili spese senza un sostegno concreto. A tal proposito è prevista l’istituzione anche di uno specifico fondo per i soggetti incapienti. Inoltre, qualche anno in più è previsto per il raggiungimento delle classi energetiche rispetto alla direttiva che, attualmente, è nella fase di trilogo a Bruxelles.
Bonus 60% ristrutturazione ed efficientamento energetico: nuova proposta di riforma e incentivi
Un nuovo bonus con il 60% di beneficio e di detrazione fiscale per i lavori di ristrutturazione al fine di ridurre il rischio sismico degli edifici e di innalzare l’efficientamento energetico è la proposta della Lega per la riforma degli incentivi in edilizia, dopo il blocco della cessione dei crediti introdotto con il decreto 11 del 2023 e le difficoltà che sta riscontrando il mercato del superbonus. Si tratterebbe di un nuova formula che avvantaggerebbe, innanzitutto, i proprietari meno nelle possibilità di effettuare interventi costosi, come quelli che si prospettano per rimanere nei margini della direttiva Case green. Rispetto a quest’ultimo provvedimento, i lavori agevolati dal nuovo bonus dovrebbero consentire di arrivare a una detrazione fiscale del 60 per cento su un importo massimo degli interventi di 100mila euro.
Superbonus, obiettivi ristrutturazioni e classi energetiche
Le classi energetiche da raggiungere consisterebbero nella “E” entro il 2035 e nella “D” entro il 2040: si tratterebbe di target da raggiungere con qualche anno in più rispetto alla direttiva Case green che, attualmente, prevede il raggiungimento della “E” entro il 2030 e della “D” entro il 2033. In analogia con la direttiva europea è il punto di partenza: il bonus dovrebbe incentivare soprattutto i proprietari di edifici che si trovano nelle peggiori condizioni di efficienza energetica, ovvero gli immobili in classe “G”.
Si tratterebbe di proprietari con redditi non particolarmente alti da potersi permettere interventi di questo tipo che richiederebbero decine di migliaia di euro di spesa. Per questo motivo, il disegno di legge di riforma dei nuovi bonus edilizi come firmato da Alberto Gusmeroli della Lega, istituirebbe un fondo con dotazione annuale di 20 milioni di euro proprio per le erogazione dei contribuenti meno abbienti, nei lavori sui quali dovranno partecipare perché riguardanti i condomini.
Nuovo bonus con sconto in fattura e cessione dei crediti d’imposta
Complessivamente, il nuovo bonus per le ristrutturazioni e le nuove classi energetiche consentirebbe il raggiungimento di obiettivi in chiave antisismica ed energetica, di sostenere i contribuenti maggiormente svantaggiati e di introdurre un meccanismo di sostegno ai lavori edilizi. La detrazione fiscale del 60% su un importo di spesa massimo di 100mila euro dovrebbe essere ripartito per cinque quote annuali di pari importo, da utilizzare nella dichiarazione dei redditi. L’arco temporale per effettuare le spese sarebbe abbastanza ampio: dal 2024 al 2035, per un progetto di riforma a lungo termine.
Rispetto al superbonus nella versione del 90 per cento del 2023, verrebbe ripristinato il concetto di quoziente familiare, prevedendo un meccanismo di agevolazioni che avvantaggerebbe i nuclei con Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) massimo di 15mila euro all’anno. Tale indice, in ogni modo, non rimarrebbe fisso come nel caso del quoziente reddituale 2023, ma in aumento in base al numero dei componenti della famiglia. Infine, dovrebbe tornare la cessione dei crediti d’imposta e l’applicazione dello sconto in fattura per i soggetti che soddisfino i requisiti di Isee e di detrazione fiscale del 100% dell’importo del bonus spettante.