La notizia dell’imputazione coatta per il sottosegretario Delmastro si abbatte sul Governo a un giorno dalla difesa in aula della ministra Santanché. L’arringa della ministra del Turismo – ieri in Senato per riferire la sua versione dei fatti dopo l’inchiesta a lei dedicata su Report – non ha infatti convinto le opposizioni che continuano con forza a chiederne le dimissioni, soprattutto dopo la conferma dell’indagine da parte della Procura di Milano. In una situazione già tesa scoppia dunque una nuova bufera sul Governo e, in particolare, sul partito della presidente Giorgia Meloni.

Bonelli (AVS): “Santanché e Delmastro difesi in modo inqualificabile dalla Meloni”

Mentre la polemica politica sul caso Santanché è tutto fuorché placata si abbatte sul Governo – e su Fratelli d’Italia – un’altra grana: il gip di Roma ha deciso di disporre l’imputazione coatta per il sottosegretario Andrea Delmastro, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio. La vicenda riguarda, come è noto, il caso Donzelli – Cospito, scoppiato dopo la divulgazione, da parte dell’onorevole di FdI, di alcune notizie secretate relative a colloqui avvenuti in carcere tra l’anarchico e alcuni boss mafiosi.

La notizia si inserisce in una situazione politica già molto tesa. Secondo Angelo Bonelli, portavoce di Alleanza Verdi Sinistra, è infatti arrivato il momento che la presidente del Consiglio Meloni riferisca al Parlamento su entrambi i casi, come racconta in questa intervista esclusiva per TAG24.

Onorevole Bonelli, lei ha annunciato un’interrogazione alla presidente Meloni in relazione al caso Santanché. Come ha giudicato ieri l’arringa della ministra del Turismo?

“Ieri la Santanchè è arrivata al Senato e ha giurato sul suo onore di non aver ricevuto nessun avviso di garanzia. A riprova di questa affermazione ha riferito di aver fatto estrarre ai suoi avvocati i suoi carichi pendenti, dove non vi era annotazione di alcun procedimento penale. Peccato però per un piccolo particolare sostanziale. Il certificato che la ministra ha esibito è di sette mesi fa, dunque è evidente non ci fosse nulla, dato che la procura di Milano ha confermato che solo da febbraio gli atti non sono più secretati. Ritengo questa sia stata una furbizia incredibile da parte della Santanché.

A questo punto è evidente che un’interrogazione alla Meloni sia più che necessaria. La presidente del Consiglio deve spiegarci come può tollerare una ministra che afferma il falso in Parlamento. Ma non solo: Invitalia ha chiesto la restituzione di 2.7 milioni di euro alla Santanché, la quale ha affermato di aver ceduto le quote societarie del Twiga al suo compagno. Ebbene, ora noi veniamo a sapere che i proventi di questa attività sono stati messi a copertura del debito delle altre società.

Siamo di fronte non solo a un conflitto di interessi evidente, ma anche a una serie di bugie e omissioni davvero inaccettabili. E adesso è arrivata anche la ciliegina sulla torta, con la notizia dell’imputazione coatta di Delmastro da parte del Gip di Roma che, proprio su mio esposto, ha stabilito si debba rinviare a giudizio il sottosegretario. Anche in questo caso, ricordo, vi fu una difesa a spada tratta da parte della Meloni e dal ministro Nordio.

Io vedo un uso spregiudicato e inaccettabile dei ruoli pubblici. Mi sembra che su questo il Governo Meloni abbia un grande problema: tra Santanché e Delmastro è evidente ci sia un problema di affidabilità e di rispetto delle leggi“.

Anche il ministro Giorgetti dovrebbe riferire in Aula?

“Il ministro Giorgetti ci deve dire se il ministero dell’Economia – di cui fa parte l’Agenzia delle Entrate – intende andare incontro alla richiesta di sconto del 33% del debito della Santanché verso lo Stato italiano, per lo più rateizzato in dieci anni. Io non ho mai visto imprenditori che ricevono un simile trattamento.

Aggiungo anche la ministra Calderone: vogliamo sapere se ha esercitato funzioni di vigilanza rispetto alla cassa integrazione data al gruppo Visibilia durante il periodo Covid. Cassa integrazione, peraltro, usata a zero ore nonostante le persone lavorassero. Io credo che questo modo davvero inqualificabile di dover difendere a ogni costo esponenti del proprio partito faccia venir meno la legge”.

Lei già a ottobre aveva denunciato come il profilo della Santanché fosse incompatibile con il ministero del Turismo. Questa vicenda chiude per lei un cerchio?

“Si, ma non solo. Io vedo una vera e propria arroganza del potere che, anche di fronte a queste situazioni, va avanti forte dei numeri. Bene, la presidente Meloni può avere tutti i numeri che vuole, ma cosa ne resta della credibilità?

Tutti sanno che la Santanché è una delle fondatrici, insieme a Briatore, del Twiga. Parliamo di uno stabilimento balneare che paga 17 mila euro l’anno di concessione demaniale allo Stato e ne fattura 10 milioni. Bello fare gli imprenditori con i beni dello Stato svenduti. Tra l’altro, la ministra afferma di aver venduto le quote di questa attività. Ma allora perché mandava i suoi rappresentanti a partecipare alle trattative che sono in corso per la definizione dell’applicazione della Bolkestein sugli stabilimenti balneari? Se non è conflitto di interessi questo. Ripeto, non c’è senso delle istituzioni e questo è un problema molto serio”.

In Italia, quando accadono simili vicende, il dibattito si riduce a garantismo vs giustizialismo. Questa opposizione è secondo lei adeguata a riflettere questo caso?

“No, il tema è quello dell’opportunità politica. La magistratura farà il suo corso. Il punto è se una ministra, che racconta cose non vere in Parlamento e omette con arroganza, può continuare a ricoprire quel ruolo. Io credo di no. Nei Paesi europei i ministri si dimettono per aver copiato le tesi di laurea. In Italia invece, chi non paga dipendenti e fornitori, non versa i TFR, mente sull’aver anticipato la cassa integrazione durante il Covid e ha debiti con lo Stato rimane al potere. La vera domanda è perché la Meloni abbia nominato la Santanché di cui si sapeva, già dal novembre 2022, che fosse indagata”.

Nel suo intervento la ministra Santanché ha accusato duramente il quotidiano Domani. Come giudica il rapporto tra Governo e stampa?

“Questo è un Governo che non ammette nessuna critica ed è insofferente alle domande di giornalisti. La Meloni si fa le conferenze stampa da sola con telecamere a circuito chiuso. Questo è un problema molto serio per la nostra democrazia. Un governo ha il dovere di rispondere alla stampa, non può sottrarsi. Intravedo su questo un atteggiamento autoritario e fortemente preoccupante