L’Italia è al primo posto per la resistenza agli antibiotici in Europa e colpisce in media ogni anno 200.000 pazienti, portando a ben 11 mila decessi all’anno.

Questo significa che ogni anno dal 7 al 10% dei pazienti va incontro ad un’infezione batterica.

Scopriamo come si sviluppa questa grave patologia e come evitare che accada.

Come si sviluppa la resistenza agli antibiotici?

Ogni volta che vengono utilizzati gli antibiotici, i batteri resistenti possono sopravvivere e trarre beneficio dall’eliminazione dei batteri sensibili, consentendo loro di diffondersi ulteriormente. Pertanto, è fondamentale assumere correttamente questi farmaci e seguire attentamente le istruzioni del medico.

Con l’aumento dell’utilizzo degli antibiotici, gli esseri umani hanno amplificato notevolmente il fenomeno naturale della resistenza agli antibiotici: ogni volta che vengono utilizzati questi medicinali, i batteri resistenti possono moltiplicarsi poiché sono gli unici in grado di sopravvivere e crescere in tali circostanze.

Durante il processo di moltiplicazione batterica, che avviene frequentemente (spesso più volte all’ora), si verificano errori nella replicazione del materiale genetico dei batteri (DNA), noti come mutazioni. Alcuni di questi errori di replicazione possono indurre i batteri a tollerare la presenza degli antibiotici.

Inoltre i batteri possono imparare a diventare resistenti anche attraverso lo scambio di piccoli anelli di DNA chiamati plasmidi, sia tra batteri della stessa specie che tra batteri di specie diverse.

Il fenomeno più preoccupante, che si sta verificando in tutto il mondo, è l’accumulo di resistenza da parte di alcuni batteri patogeni a più tipi di antibiotici. Questi batteri multiresistenti possono continuare a crescere e diffondersi anche quando vengono trattati contemporaneamente con diverse classi di antibiotici. Alcuni di essi possono essere addirittura resistenti a tutti gli antibiotici conosciuti.

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Come prevenire la resistenza agli antibiotici?

Quando un nuovo antibiotico viene introdotto sul mercato, spesso non passa molto tempo prima che compaiano le prime resistenze. Ogni utilizzo degli antibiotici favorisce lo sviluppo della resistenza: i batteri sensibili vengono eliminati, ma quelli resistenti sopravvivono e si moltiplicano.

Quando un antibiotico perde la sua efficacia, tutti sono potenzialmente a rischio. Le infezioni causate da agenti patogeni resistenti sono generalmente più difficili da trattare e possono avere un decorso più complicato.

Le persone più a rischio sono quelle con un sistema immunitario debole, quelle con malattie autoimmuni, i bambini con un sistema immunitario ancora immaturo e gli anziani con un sistema immunitario indebolito sono particolarmente vulnerabili a queste infezioni.

Altri gruppi a rischio includono i pazienti sottoposti a trapianto di organi, coloro che stanno affrontando la chemioterapia per il cancro, i diabetici e i pazienti che devono affrontare interventi chirurgici invasivi.

L’emergere della resistenza agli antibiotici non può essere completamente prevenuto, ma può essere rallentato.

I consigli da seguire sono:

  • assumere antibiotici solo se si è certi di avere un’infezione batterica;
  • assumere antibiotici solo sotto prescrizione medica;
  • assumere antibiotici solo in seri casi;
  • non assumere antibiotici per infezioni virali come raffreddore o influenza;
  • non interrompere la terapia (anche se ci si sente meglio) fino alla fine della terapia indicata dal medico o della confezione.

In conclusione, la resistenza agli antibiotici rappresenta una sfida significativa per la salute globale. L’abuso e l’uso improprio degli antibiotici hanno contribuito all’incremento di batteri resistenti, rendendo più difficile il trattamento delle infezioni.

È fondamentale utilizzare gli antibiotici in modo responsabile, seguendo le indicazioni del medico e completando sempre l’intero ciclo di trattamento prescritto. Allo stesso tempo, è necessario promuovere pratiche di prevenzione delle infezioni, come la corretta igiene delle mani e dell’ambiente circostante.