Ci sono voluti tre giorni per determinare il risultato finale del derby italiano tra Berrettini e Sonego nel primo turno di Wimbledon 2023. La partita tra i due rappresentanti tricolore era cominciata nella giornata di martedì e ha trovato la sua conclusione solo pochi minuti fa, oggi. Nel complesso il tennista romano ha fatto meglio del suo amico e collega, andando in difficoltà solo nel primo set chiuso da Sonego con il punteggio di 7-6. Quindi, il classe 1996 ha poi chiuso la contesa con i restanti parziali registrati sul 6-3 7-6 6-3 per un totale di tempo speso sul campo pari a 3 ore e 20 minuti.
Wimbledon 2023, Berrettini-Sonego: le parole di Matteo dopo il match
Si tratta di un risultato importante che regala fiducia allo stesso Berrettini, dopo aver ceduto solo qualche settimana fa sull’erba di Stoccarda contro Lorenzo Sonego con un doppio 6-1, 6-2. Ora, nel secondo turno, l’italiano affronterà il pericolosissimo Alex de Minaur. L’italiano ha quindi parlato della sua prestazione in questa maniera:
Sono contento, perché solo qualche giorno fa non pensavo sarebbe stato possibile. In campo mi sono sentito molto bene, e questo è importante per me. C’è stato un momento settimana scorsa in cui ho pensato ‘non sono pronto, ma farò una prova’. E oggi sono qui, sono contento. Ieri mi sentivo molto bene quando abbiamo interrotto. Diluirla in 3 giorni è vero può avermi aiutato, ma anche quando ti fermi può essere complicato. Sono rimasto qui tutto il giorno, non è facile. Ieri ho fatto 2 set e mi sono sembrati 7 set. Con Lorenzo mi dispiace, lo dico sempre è il mio migliore amico sul tour, una persona che sento sempre, che mi scrive sempre, che mi chiama quando sto male. E’ veramente un amico.
Quindi, Berrettini ha ammesso che è stato il suo periodo più difficile in carriera:
Sono stati giorni molto, molto duri. Tutti questi infortuni, tutte queste cose che mi sono successe non dico che mi hanno fatto passare la voglia, ma mi hanno buttato giù. Mi hanno fatto vivere la mia carriera come qualcosa che devo fare, invece che qualcosa che mi piace fare. Mi sono ritrovato a un punto in cui me la godevo poco. E spesso per accorgerti di queste cose qui devi prendere una bella facciata sul muro, che per me è stata la stesa di Stoccarda. Mi sono detto “ok, adesso basta, questa cosa non deve succedere più”. Detto questo tra dire e il fare ci sono tante cose. E’ stato veramente difficile. Per quello adesso ho questo sorriso, perché alla fine la cosa che volevo fare era calcare questi campi ed essere di nuovo felice. Perché quando succedono queste cose, quando la pressione aumenta, dimentichi un po’ da dove sei partito. Qui mi ricordo di quando avevo 18 anni, di quando ho perso con Rublev e sono uscito da questo posto pensando “chissà se ci tornerò mai”. Avevo 18 anni, non 12. Ogni tanto fa bene ricordarsi questo, avevo bisogno di ritrovare belle sensazioni, è stata importante questa vittoria anche per questo. Mentalmente adesso sto meglio.
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