La recente sentenza della Corte Costituzionale ha portato nuove prospettive per la gestione del Trattamento di Fine Rapporto (Tfr) e del Trattamento di Fine Servizio (Tfs), e più precisamente sui tempi di liquidazione del Tfr per i dipendenti pubblici. La Corte ha preso posizione sull’attuale meccanismo di pagamento differito del Tfs per i lavoratori statali, ritenendo inammissibile l’attesa di anni per la liquidazione. Secondo la Consulta, sia il corretto ammontare che la tempestività del pagamento sono essenziali per garantire una retribuzione giusta ai lavoratori. Ecco cosa aspettarsi per la riforma del Tfr-Tfs nei prossimi mesi.

Tempi liquidazione Tfr dipendenti pubblici: quali prospettive a seguito della sentenza della Consulta

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, sono previsti importanti cambiamenti nella gestione del Tfr-Tfs. La Consulta ha definito come illegittimo il sistema di pagamento dilazionato del Tfs ai dipendenti pubblici, e l’attenzione si concentra ora su come Inps e governo intenderanno rivedere l’attuale legislazione.

Si prevede una riduzione drastica dei tempi di pagamento del Tfr-Tfs, passando dagli attuali 5-7 anni a pochi mesi. Questo cambiamento avvicinerebbe la gestione del Tfr-Tfs per i lavoratori pubblici a quella per i dipendenti privati, che ricevono il Tfr entro 45 giorni dalla fine del rapporto di lavoro.

Tassazione Tfr-Tfs e pagamento in anticipo: novità all’orizzonte

Parallelamente alla riforma dei tempi di pagamento, si prevedono anche modifiche significative alla tassazione del Tfr-Tfs. Il governo sta valutando diverse opzioni per ridurre il carico fiscale sul Tfr-Tfs, sia in termini di imposta finale sia in caso di anticipo.

Le ipotesi attualmente in discussione includono:

  • Riduzione della tassazione del Tfr-Tfs al 15% sia in caso di anticipazione che per l’intero importo;
  • Detassazione solo in caso di riscossione dell’intero importo del Tfr-Tfs;
  • Detassazione su Tfr-Tfs se investito in fondi pensione, per incentivare la previdenza complementare;
  • Riduzione della tassazione su Tfr-Tfs attraverso il quoziente familiare, o in presenza di determinate condizioni come reddito o composizione familiare.

Nel contempo, si stanno discutendo in Parlamento due proposte di legge che prevedono un’ulteriore revisione dell’anticipo del Tfr-Tfs. Queste proposte puntano a eliminare la disparità di trattamento tra i dipendenti pubblici che ricevono il Tfs e quelli che ricevono il Tfr.

Attualmente, il Tfs è liquidato ai dipendenti pubblici assunti fino al 31 dicembre 2000, mentre il Tfr viene liquidato a coloro che sono stati assunti dal primo gennaio 2001, sia a tempo determinato che indeterminato. Se queste proposte fossero approvate, alcune categorie di lavoratori statali, come forze armate, polizia, vigili del fuoco e docenti, potrebbero avere accesso all’anticipo del Tfr-Tfs tramite un prestito bancario, garantito dal loro trattamento di fine servizio.

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Tempi liquidazione Tfr dipendenti pubblici: Massimo Battaglia (Confsal-UNSA) vuole porre fine alle ingiustizie

L’attuale situazione ha generato reazioni intense tra i lavoratori. Numerose sono state le telefonate ricevute da Massimo Battaglia, segretario generale della Federazione Confsal-UNSA, da parte di lavoratori desiderosi di ottenere quanto prima la loro buonuscita. Le storie ascoltate rivelano diverse necessità e situazioni di disagio, come quella di una lavoratrice pronta a dimettersi nella speranza di ottenere immediatamente il proprio Tfs.

A seguito della sentenza n. 130/23 della Corte Costituzionale, Massimo Battaglia insiste quindi sull’urgenza di una correzione della normativa censurata, per proteggere il diritto dei lavoratori al pagamento tempestivo del Tfs. I dipendenti pubblici che desiderano ricevere in anticipo la loro liquidazione sono costretti a rivolgersi alle banche o all’Inps per un prestito, spesso a tassi di interesse elevati. Anche l’Inps applica un tasso di interesse, seppur agevolato, sui prestiti del Tfs. Questa situazione implica un ulteriore onere per i lavoratori, che possono arrivare a pagare fino a 1.000 euro di interessi su un prestito di 100 mila euro.

Ora è il parlamento che dovrà intervenire sulla questione, ma l’auspicio è che ciò venga fatto subito, o comunque il prima possibile. La paura è che il pagamento anticipato della liquidazione ai dipendenti pubblici possa creare problemi alle casse dell’Inps e che quindi venga attuato un sistema che possa rinviare o ammorbidire la questione del pagamento immediato. D’altra parte, però, si respira anche un clima di fiducia, reso forte soprattutto dalla decisione della Consulta.