È il giorno del testamento di B. L’attesa è stata tanta per la presa visione delle volontà testamentarie di Silvio Berlusconi che è scomparso, lo scorso 12 giugno, dopo una lunga lotta contro la leucemia. Il documento è stato aperto oggi presso uno studio notarile di Milano e la notizia più rilevante è che nessuno avrà il controllo preminente di Fininvest:
Nessun soggetto deterrà il controllo solitario indiretto su Fininvest, precedentemente esercitato dal padre stesso.
Saranno di Marina e Pier Silvio, figli nati dal primo matrimonio di Berlusconi, le quote di maggioranza dell’azienda: 53%. Particolarmente importante anche la parte dei legati: al fratello Paolo e a Marta Fascina vanno 100 milioni a testa. Un legato è stato lasciato anche – ed è forse la sorpresa di questo testamento – all’amico e collega di sempre: Marcello Dell’Utri. Una notizia che ha accolto con entusiasmo e sorpresa come si evince dalle sue parole riferite all’ANSA:
Quando stamattina mi ha chiamato il notaio, sono rimasto choccato dalla notizia. Non me lo aspettavo perché non mi doveva nulla. L’affetto rimaneva anche senza questo gesto materiale, che dimostra la grandezza dell’uomo. Io ho dato tutto per lui e lui – ha aggiunto – ha dato tutto per me.
Ma chi è Marcello Dell’Utri?
Chi è Marcello Dell’Utri
Marcello Dell’Utri è nato a Palermo il 11 novembre 1941. Ha studiato presso l’Università di Milano, dove si è laureato in giurisprudenza. Dopo gli studi, ha intrapreso la carriera di imprenditore nel settore delle pubbliche relazioni e della comunicazione. È riconosciuto come un imprenditore di successo. Ma è, più di ogni altra cosa, l’amico ed il braccio destro eterno di Silvio Berlusconi. Per il Cavaliere inizia a lavorare nel 1974 in funzione di segretario personale. C’è anche lui dietro l’ascesa politica di Berlusconi ed è, a tutti gli effetti, uno dei padri fondatori di Forza Italia.
La politica
Al fianco di Berlusconi l’ascesa in politica è stata piuttosto naturale. L’approdo in Parlamento è avvenuto nel 1996, tre anni dopo viene eletto al Parlamento Europeo, nel 2001 di nuovo al Senato. Poi confermato nel 2006 e di nuovo nel 2008. Un’attività politica costante ma pressoché incosistente: mai protagonista e mai primo firmatario di un disegno di legge. Tant’è che nel 2010, in un’intervista, si dichiara un “Politico per legittima difesa” ammettendo, quindi, di usare la politica solamente come scudo ai tanti problemi giudiziari che lo hanno riguardato.
Le controversie
Marcello Dell’Utri è stato coinvolto in varie controversie giudiziarie. Nel 2004, è stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. L’accusa sosteneva che Dell’Utri avesse agito come intermediario tra Berlusconi e la mafia durante gli anni ’70 e ’80. Nel 2013 viene condannato in appello a 7 anni di reclusione e fa perdere le tracce di lui finché non è stato ritenuto ufficialmente latitante dalla corte d’appello. Lo status di latitanza porta al mandato d’arresto internazionale presso l’interpol. Marcello Dell’Utri fu trovato il 12 aprile 2014 a Beirut, in Libano. Viene estradato in Italia e recluso nel carcere di Parma. Poi, dal 2016, su sua richiesta, viene trasferito presso il carcere romano di Rebibbia. Respinta più volte negli anni, nel 2018 viene finalmente accolto il differimento per motivi di salute. Trascorre gli ultimi anni di reclusione ai domiciliari fino al 2019 quando torna in libertà.