Hanno scatenato una vera e propria bufera, le dichiarazioni rilasciate a “Chi l’ha visto?” da Salvatore Parolisi, l’ex militare condannato in via definitiva a 20 anni di reclusione per l’omicidio della moglie Melania Rea. Dopo aver scontato 12 anni e aver maturato la possibilità di ottenere dei permessi premio giornalieri, l’uomo, che fin dall’inizio si è dichiarato innocente, ha deciso di tornare a raccontare la sua versione dei fatti, scatenando l’ira della famiglia della vittima, che ha fatto sapere che si rivolgerà al magistrato di Sorveglianza.
Salvatore Parolisi nella bufera dopo l’intervista rilasciata a “Chi l’ha visto?”
Dopo il fratello di Melania, a commentare l’intervento in tv di Salvatore Parolisi – apparso pubblicamente per la prima volta, dopo la condanna a 20 anni di carcere – è stato anche lo zio, Gennaro Rea.
Spero che il magistrato di Sorveglianza dopo questa intervista ritorni sui suoi passi e annulli tutti i suoi permessi – ha dichiarato -. (Parolisi, ndr) si è presentato come un arrogante, parlando della donna in genere come un qualcosa da usare a suo piacimento e poi buttare via. Ha continuato a dire bugie come suo costume. Io sarei per una fine pena mai…
Nell’intervista, oltre a dichiararsi innocente, come ha sempre fatto, l’ex militare sosteneva di aver amato davvero Melania (mentre Ludovica, la sua amante, “era solo una scappatella”), portando ad esempio il fatto che “mantenesse” la moglie con il suo stipendio, pur tradendola.
Nonostante abbia fatto 12 anni di carcere, continua a mentire come aveva fatto prima di essere arrestato (quando, dopo l’omicidio di Melania, tentò di depistare le indagini, ndr). Temo che la detenzione questo aspetto non lo abbia migliorato,
ha commentato l’avvocato dei Rea, Mauro Gionni che, facendo eco allo zio della vittima, ha fatto sapere di volersi mettere in contatto con il magistrato competente, per capire se abbia o meno autorizzato l’intervista andata in onda ieri, 5 luglio.
Trovo singolare che essendo un detenuto in permesso premio possa rilasciare interviste,
ha spiegato. E ha poi ribadito che, se Parolisi è stato condannato a 20 anni, è perché “è colpevole oltre ogni ragionevole dubbio“. Addirittura, viste le modalità del delitto, avrebbe potuto essere condannato l’ergastolo, dice, se ci fossero state le norme che sono in vigore oggi (invece potè accedere al rito abbreviato, beneficiando di uno sconto di pena). Lui invece si lamenta dei permessi premio e del fatto che, col suo nome, è praticamente impossibile trovare lavoro. Cosa che gli permetterebbe di tornare libero.
Temo che agli educatori sia sfuggito che Parolisi non sia giunto al punto tale da meritare permessi premio per quello che continua a fare, mentire. Dovrebbe almeno avere il buongusto, non dico di riconoscere le proprie responsabilità – ha concluso l’avvocato -, ma di evitare di aggiungerci sciocchezze (come quella del denaro, ndr).
La figlia di Melania Rea: Vittoria Rea oggi
A prendere le distanze dall’ex militare è stata anche la figlia, Vittoria, che al momento dei fatti aveva appena 18 mesi. Oggi ha 13 anni e ha deciso volontariamente di prendere il cognome della madre, rinunciando a quello del padre, che da tempo ha perso la responsabilità genitoriale. Cresciuta con i nonni materni e con lo zio, Michele, vive a Somma Vesuviana, il paese d’origine di Melania. Ogni giorno è costretta a fare i conti con le ferite procurategli dalla morte della madre, avvenuta per mano di colui che – secondo la giustizia – è colpevole: Parolisi.
Lui respira ancora, Melania no – ha dichiarato lo zio -. Le ha negato di assaporare l’amore di una mamma per sua figlia, le ha negato di vivere.
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