Daniela Santanchè è indagata? E’ quello che si chiedono in molti dopo l’informativa del Ministro del Turismo al Senato, in cui ha affermato di non aver mai ricevuto una avviso di garanzia.

Daniela Santanchè è indagata?

Daniela Santanchè, finita nell’occhio del ciclone per il dissesto finanziario delle sue società, ha dichiarato ieri a Palazzo Madama di aver appreso di essere indagata dal quotidiano “Domani”, poiché non ha mai ricevuto un avviso di garanzia:

Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi. Ho anche estratto il certificato dei carichi pendenti in cui risulta che non ci sono annotazioni per qualsiasi voglia procedimento nei miei confronti.

Sembra però che l’accesso agli atti sia stato fatto prima che partisse l’indagine che ora non è più secretata. La Procura di Milano ha infatti reso noto che Santanchè è indagata per bancarotta e falso in bilancio su Visibilia, gruppo che ha fondato e di cui è rimasta come socia di maggioranza e amministratrice fino al 2022.

Le accuse

Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, già nel 2022 Santanchè era indagata per falso in bilancio nelle comunicazioni 2016-2020 di Visibilia Editore spa:

Tra gli atti della richiesta della Procura al Tribunale Fallimentare in cui si chiedeva di mettere in liquidazione quattro società indebitate del gruppo Visibilia, c’era una annotazione, risalente a settembre, del Gruppo Tutela Mercati della Guardia di Finanza di Milano in cui si parlava della “la sussistenza del reato di false comunicazioni sociali”. Santanchè provò a smentire la notizia tirando in ballo la certificazione di routine della Procura all’istanza dei suoi legali contemplata dall’articolo 335 del codice di procedura. Secondo il Corriere si trattava di “un possibile caso di ricorso dei pm al 3 bis di quell’art.335, cioè alla facoltà in caso di indagini complesse di ritardare (per un massimo di 3 mesi) la comunicazione dell’iscrizione”.

Secondo il quotidiano milanese, i suoi avvocati in quella fase hanno avuto interlocuzioni con la Procura nelle quali era dato per assodato che Santanchè fosse indagata per falso in bilancio e concorso in bancarotta. La ministra non ha più chiesto la certificazione, “per poter continuare a dire di non aver notizia formale di indagini a proprio carico”. Dopo sei mesi dall’iscrizione c’è un altro passaggio procedurale: se i pm hanno bisogno di altro tempo per le indagini, devono per forza chiedere la proroga al giudice delle indagini preliminari, che deve notificare la richiesta di proroga all’indagato e informarlo delle indagini a suo carico.

La notifica avviene con una pec inviata al legale dell’indagato (se ne ha già uno). Santanchè per questa vicenda non ha mai conferito un formale mandato a un avvocato penalista, mentre il civilista che la segue nelle udienze fallimentari delle società non ha titolo, spiega sempre il Corriere. Quindi in questi casi, la richiesta della proroga delle indagini viene notificata al domicilio dell’indagato e se ne ha prova quando al gip torna la “cartolina” dell’Ufficiale Giudiziario (Ufficio Unep) attestante la riuscita consegna. Se come ricostruito dal Corriere, dal rapporto Gdf si può ipotizzare che Santanchè fosse indagata a fine settembre 2022, i sei mesi sono scaduti il 30 marzo, quando la Procura ha chiesto la proroga delle indagini. La notifica però non è stata completata tra i vari passaggi burocratici. Ma la “cartolina” di conferma di consegna dell’atto potrebbe essere in viaggio e arrivare a breve.

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