Non sorprendono le parole pronunciate nel corso della lunga intervista rilasciata a “Chi l’ha visto?” da Salvatore Parolisi, l’ex militare condannato in via definitiva per l’omicidio della moglie Melania Rea. Fin dall’inizio, infatti, l’uomo si è dichiarato innocente. È tornato a farlo anche ora, dopo aver trascorso 12 dei 20 anni che gli sono stati riconosciuti in carcere. Per la sua “buona condotta” ha maturato dei permessi premio giornalieri da spendere fuori dalla struttura di Bollate. Eppure, se riuscisse ad ottenere un lavoro, potrebbe tornare “in libertà”. Il fratello della vittima, Michele, si è detto sconcertato dal suo intervento.

La prima intervista a Salvatore Parolisi dopo la condanna per l’omicidio di Melania Rea

Quella concessa da Salvatore Parolisi ai microfoni di “Chi l’ha visto?” è la prima intervista dopo la sua condanna a 20 anni di carcere per l’omicidio della moglie Melania Rea, consumatosi nell’aprile del 2011 a Teramo. Nonostante ne abbia già scontati 12, l’uomo, ex militare, continua a dichiararsi innocente.

L’ho sempre detto anche al giudice, da uomo, da militare e da padre: datemi l’ergastolo e buttate la chiave se sono stato io, se ho fatto una cosa del genere e me lo provate. Perché a me non l’hanno mai provato.

Era stato lui a denunciare la scomparsa di Melania, avvenuta nel corso di una gita con la figlia di appena 18 mesi nel Teramano. Qualche giorno dopo, un passante ne aveva trovato il corpo tra le sterpaglie: era seminudo, con una svastica incisa sulla pelle e una siringa nel giubbino. Tutti tentativi, si scoprirà in seguito, di depistare le indagini.

Indagini che, ben presto, avevano portato a lui. Secondo i giudici, avrebbe ucciso la moglie con oltre 35 coltellate – mentre la bimba (di cui da tempo ha perso la potestà genitoriale) era in macchina – perché era rimasto “inghiottito” nell’imbuto di una doppia vita, quella matrimoniale e quella con l’amante, Ludovica, una sua collega.

Non si vive per inerzia – ha raccontato ora -, la vita è fatta di tanti valori e l’amore ti fa andare avanti. Per me il matrimonio era la realizzazione di un sogno. Ma la verità è che non potevo stare neanche con mia moglie a letto. Quando tornavo a casa spesso la madre dormiva con lei, litigavamo anche al telefono perché lei non veniva da me […]. Melania era bellissima, Ludovica era solo una scappatella. Non era la prima volta che la tradivo, ero sempre fuori casa, ma l’amavo. Non pensavo che Ludovica avesse perso la testa per me, le ho detto un sacco di bugie. Sono stato un verme ma amavo Melania. Le davo una parte del mio stipendio perché non lavorasse.

La reazione del fratello della vittima

Mi fa vergognare di essere un uomo,

ha dichiarato, dopo il suo intervento, il fratello di Melania, Michele, in diretta tv. Come aveva anticipato già nella giornata di ieri, ha ribadito di non poter capire come faccia Parolisi a dirsi innocente dopo essere stato condannato in via definitiva.

Le prove per condannarlo sono emerse in tre gradi di giudizio. Le passava come dice lui ‘500 euro’ e questo era l’amore che le dava? Lui non c’era nemmeno quando la figlia è nata. Uno che parla così dopo anni… parla delle donne come se le sfruttasse. Una persona del genere non è recuperabile. Lui esce in permesso premio, la vita di una mamma, quanto vale?

Se riuscisse a trovare un lavoro, l’ex militare potrebbe anche tornare libero, uscendo dal carcere.

Ma chi me lo dà? – si è chiesto nell’intervista -. Guadagno 800 euro (in carcere fa il centranilista, ndr), quando sentono il mio nome e cognome scappano.

Leggi anche: Giulia Tramontano, il terribile omicidio che riporta alla mente la storia di Melania Rea, uccisa dal marito nel 2011