Blitz contro la ‘Ndrangheta a Catanzaro e in diverse altre città, eseguito dai finanzieri del Comando provinciale con la collaborazione del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata. L’operazione, eseguita alle prime luci dell’alba di oggi 6 luglio, ha portato al decreto di fermo, emesso dalla procura–Direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese, nei confronti di 4 persone. Nonché al sequestro preventivo di beni per un valore pari a 11,5 milioni di euro. Quattordici gli indagati.

Blitz della Guardia di Finanza di Catanzaro contro la ‘ndrangheta: perquisizioni e fermi

Le quattro persone fermate sono indagate a vario titolo per associazione mafiosa, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori. Il sequestro ha interessato fabbricati, terreni, quote di partecipazione, società, ma anche ditte individuali, auto e persino un noto villaggio turistico nel Vibonese. Sono stati inoltre perquisiti i 4 fermati e altri 14 indagati per concorso in associazione mafiosa.

Questi provvedimenti sono frutto di una complessa indagine svolta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria/Gico della Guardia di finanza di Catanzaro. Sono stati eseguiti non solo a Catanzaro, ma anche in altre due province della Calabria (Vibo Valentia e Reggio Calabria), Milano e Catania. Impiegati oltre 100 finanzieri con la collaborazione dell’unità antiterrorismo.

In particolare, uno dei destinatari del fermo è sospettato anche di aver favorito la latitanza di un pericoloso esponente di una cosca di ‘ndrangheta del reggino.

Le indagini

Stando a quanto evidenziato dalla Procura, le indagini hanno permesso di individuare gravi indizi in merito all’esistenza di un gruppo criminale, riconducibile a un clan del reggino che, tramite intimidazioni e alle conseguenti condizioni di omertà e assoggettamento, era riuscito a ottenere il controllo di alcune strutture turistico-alberghiere sotto diversi aspetti. Anche scegliendo fornitori di beni e servizi, nonché del personale da assumere.

Gli incontri Cosa Nostra/’ndrangheta negli alberghi sequestrati

Dopo gli attentati in cui vennero uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, alcuni esponenti siciliani di Cosa nostra avrebbero proposto alla ‘ndrangheta calabrese di aderire alla cosiddetta “strategia stragista” che dominava in quel periodo. E uno o più di questi incontri, secondo quanto testimoniato negli anni da diversi collaboratori di giustizia, sarebbero avvenuti proprio negli alberghi sequestrati oggi 6 luglio. Una circostanza che, sottolinea la procura di Catanzaro, conferma indirettamente “la rilevanza delle aziende sequestrate”.

Leggi anche: Cosenza, blitz contro la ‘Ndrangheta: 68 arresti e 5 milioni sequestrati.