Terre rare e guerra dei chip, il ministero del commercio cinese ha annunciato il rafforzamento dei controlli sull’export dei metalli rari gallio e germanio. Metalli derivanti dalle terre rare e alla base dei prodotti hi-tech.
Tra terre rare e chip, la risposta cinese alla mossa olandese
La guerra dei microchip è attiva da molto tempo, almeno da quanto si è acuita la situazione tra Cina e Taiwan. L’ultima mossa del fronte occidentale era stato il blocco delle esportazioni dei macchinari di ultima generazione dall’Olanda.
Era attesa la contromossa di Pechino che senza i macchinari olandesi non può scalare la tecnologia dei chip e arrivare a miniaturizzare come i microchip prodotti a Taiwan.
Le ultime notizie infatti parlano di un piano occidentale per spostare gran parte della produzione verso l’Europa e ne sono la prova le intenzioni di investimento delle grandi aziende di microprocessori in Germani e Polonia.
“Vorrei ribadire che gli articoli relativi a gallio e germanio hanno evidenti proprietà a duplice uso sia militare sia civile – ha riportato il portavoce del ministero degli esteri Wang Wenbin – è pratica internazionale comune implementare i controlli. “Il governo cinese ha deciso in conformità con la legge per garantire un uso per scopi legittimi, senza colpire un paese specifico”
Per il governo cinese è certamente una questione di sicurezza nazionale, stessa scusa utilizzata dagli olandesi e dagli americani. Anche gli Stati dell’Ue hanno rafforzato i controlli sull’export di alcuni articoli.
Per l’Europa è un problema di transizione ecologica
La mossa cinese è solo un’altra azione che potrebbe far salire una temibile escalation nella guerra commerciale con Usa, Europa e Giappone. Il tutto mette in seria discussione la volontà politica del vecchio continente che porta anche alla transizione verde.
Sarà difficile se non impossibile farlo senza un totale accordo con il gigante cinese.
La Cina ha quindi scelto di bloccare il mercato dei chip passando da quello delle terre rare, settore in cui è il player più importante al mondo. Ha quindi fatto una scelta e non è certo pacifica.
Sembra invece l’ennesima pedina del domino portata giù da quella precedente, così che il disegno di un conflitto globale per la conquista dei microprocessori possa rivelarsi.