Da quel maledetto giorno in cui Michelle Causo è stata uccisa, un quartiere è in subbuglio e molte – forse troppe – cose si sono dette. Forse alcune sbagliate, probabilmente altre giuste. Ma ancora si brancola nel buio. Un amico carissimo di O., il presunto assassino della 17enne morta il 28 giugno scorso, ribalta le carte in tavola. Ribalta quanto sostenuto dagli amici di Michelle, secondo cui era lui ad avere un debito con la ragazza. Il ragazzo sentito da Tag24 (di cui non possiamo rivelare il nome, ma del quale conosciamo le credenziali verificate), dipinge Michelle in un altro modo, più duro e crudo rispetto alle tante informazioni trapelate e poi uscite sui giornali. E racconta della profonda amicizia che c’era con O., tanto da definirsi “fratelli”, rivelando cose sconvolgenti.
D: Come ha conosciuto O.? Eravate amici da molto?
R: “Ero a Trastevere, mi stavo fumando una sigaretta e si è avvicinato per chiedermi un accendino. Da lì abbiamo iniziato a parlare. Sono passati due anni”.
D: Lei non è di Roma o sbaglio?
R: “Io no. Ci vado spesso perché ho la ragazza lì”.
D: Vi siete frequentati molto?
R: “Siamo usciti un paio di volte”.
D: Quindi non eravate amici stretti. Conoscenti immagino.
R: “Uscivamo sempre quando venivo a Roma. Però non è che ci sto 24 ore. Una volta è venuto lui dove vivo io”.
D: Di Michelle si è detto molto, mentre di O. si sa solo quello che si dice sui social. Che tipo era?
R: “Dava confidenza a pochi. Solo poche persone sanno tutto di lui. Io, per fortuna o per sfortuna, sono tra quelle e per questo mi sto beccando minacce di morte e così via”.
D: Perché eravate amici e per questo non la perdonano?
R: “Esatto, ma non mi interessa. Un amico non si abbandona. Ha sbagliato tantissimo, ma gli sto vicino come lui ha fatto con me nei momenti bui”.
D: O. andava a scuola?
R: “Ci doveva andare, ma saltava molto spesso per la musica e altre cose che penso già si sappiano”.
D: Che classe e che tipo di scuola frequentava? Ha 17 anni, in teoria dovrebbe fare il terzo o quarto
R: “Stava facendo il secondo perché era stato bocciato. Frequentava l’alberghiero”.
D: Quando dice che non andava a scuole per “le cose che sappiamo”, si riferisce alla droga? O. spacciava?
R: “Su questo devo fare silenzio, sennò mi danno anche dell’infame”.
D: Se fa la spia?
R: “Esatto”
D: Chi le dà dell’infame?
R: “Tutte le persone che si occupano di questo”
D: O. le hai mai parlato di Michelle?
R: “Sapevo alcune cose”
Omicidio Primavalle, l’amico di O., il presunto assassino di Michelle: “Era lei a essere in debito”
D: Come ad esempio?
R: “Che aveva un debito con lui per alcune sostanze, che c’era stata una roba in passato e che lui prima che ci fosse un’altra ragazza nella sua vita, provava qualcosa per Michelle”
D: Il debito ammonta, come riportano i giornali, a più di mille euro? Era lui ad avere un debito con lei?
R: “Non erano 30 euro. Era lei ad avere un debito con lui, non come si dice lui con lei”.
D: Quindi lei doveva dei soldi a lui. Di che cifre parliamo?
R: “Sì. 1.480/1.500 euro”
D: Di cosa faceva uso Michelle?
R: “Quando usciva con O. so che fumava qualche canna e che aveva assunto del lean (sciroppo per la tosse con codeina e Sprite, ndr)”.
“Eravamo come fratelli”
D: Quindi tra di voi c’era confidenza, se le diceva tutte queste cose…
R: “Abbastanza. Lo conosco da due anni. Facevamo insieme le dirette e le chiamate alle 2-3 di notte. Era un fratello”.
D: L’ha avvisata quando ha ucciso Michelle? Diversi amici di Michelle hanno detto che aveva scritto in alcune chat
R: “Questo no. Mi aveva scritto ‘fra ti devo parla’, ma non ho mai più avuto risposto. Poi mi è arrivata la notizia”.
D: Pensava che avrebbe mai potuto fare una cosa del genere?
R: “So che era tranquillo con gli amici, ma perdeva la pazienza molto facilmente. Una volta c’è stata una discussione fra di noi”.
D: Brutta discussione?
R: “Sì, ma per fortuna è durata poco. Eravamo entrambi a Roma, quindi è stata una cosa dal vivo. Ci siamo dati qualche spinta, ma niente di più”.
D: Si è letto che era spesso sotto gli effetti della droga. Si drogava e spacciava?
R: “Quello sì, ogni giorno. Spacciava ogni giorno, fumava e qualche sera assumeva altro. Queste sono cose intime che manco io avrei saputo se non le avessi viste. In giorno normali aveva una media di 4/6 canne. Nelle serate, abbastanza da svegliarsi il giorno dopo che ricordava a malapena quello che aveva fatto”.
D: Suppone che per fare quello che ha fatto fosse sotto sostanze?
R: “Sicuro, perché lo stesso giorno mi aveva chiamato la mattina e si stava girando una canna”
D: Gli amici dicono che non lo conosceva bene. Se non avevano una storia, perché era salita da lui?
R: “Da quando O. si era stufato di darle le cose a buffo, lei avrebbe fatto anche altro per poche cose”
D: Ma la descrivevano come una ragazza casa e chiesa, che faceva volontariato…
R: “Non era proprio così. Parlano per quello che vedono, ma non per quello che è realmente. Parliamoci chiara, è una ragazza morta e quando muori tutti dicono che sei un bravissimo/a ragazzo/a”.
D: Però non si uccide una persona per una litigata o per un debito
R: “Ma O. non sarà mai giustificato per quello che ha fatto”.
D: Lei non lo giustifica?
R: “No, mi dispiace. Ci sto male per ciò, però non lo giustifico. Lei era una bellissima ragazza, con qualche difetto ma non saremo mai nessuno per togliere la vita a qualcuno”.
D: Lei la conosceva? Ha avuto modo di incontrarla?
R: “No, quello no. L’ho vista solo in foto e, appunto, in quel lato oscuro”.
D: C’è stato qualcosa tra O. e Michelle?
R: “Tempo fa sì, però poi ognuno per la propria strada. Non è finita bene. Per la gelosia e l’essere stron*o di O.”
D: Lui viveva con la madre, giusta?
R: “So che voleva tanto bene alla madre. Non lo mostrava, ma guai a chi gliela toccava. Partiva subito senza pensarci due volte”.
D: Se potesse dirgli qualcosa e mandargli un messaggio, cosa gli direbbe?
R: “Bro hai sbagliato. Non ti giustificherò mai, ma guardati bene le spalle quando sarai libero. Noi per te ci saremo. Ti vogliamo bene”.