Il Ministero dell’Interno dell’Arabia Saudita ha reso noto questo lunedì che cinque persone sono state giustiziate per aver partecipato ad un attentato contro un luogo di culto. Non sono stati resi noti altri dettagli sul dove o sul quando dell’attentato, se non che il luogo di culto si trova nella parte est del paese e che cinque sono state le vittime. Continua la pratica delle esecuzioni nel paese di Bin Salman.
Le persone giustiziate e l’attentato in Arabia Saudita, altri dettagli
Le generalità delle cinque persone giustiziate non sono state rese note dal Ministero dell’Interno, si sa solo che sono quattro sauditi ed un egiziano e che sarebbero stati parte di un gruppo terroristico. Non si conosce il movente dell’attentato, se non che è avvenuto in una zona a maggioranza sciita dell’Arabia Saudita, ricca inoltre di petrolio.
Ciò ha portato alcuni, come l’AFP (l’Agence France-Press), a sostenere che questa sia una strategia di Bin Salman per pacificare a forza una zona del paese dove molte persone che professano un Islam diverso da quello ufficiale del paese: il regno arabo saudita professa l’islam sunnita, nella sua versione giuridico-teologica del wahhabismo neo-hanbalita.
Sempre l’AFP ha scritto che dall’inizio del 2023 le esecuzioni in Arabia Saudita sono state 68, mentre nel corso del 2022 sono state 147. Come accaduto con il cittadino egiziano, le esecuzioni decise da Bin Salman hanno riguardato anche cittadini di altri stati: due cittadini del Bahrein condannati per terrorismo a fine maggio furono decapitati. Il più delle volte, secondo Amnesty International, le confessioni sono state estorte con la tortura.
Continua quindi il pungo di ferro di Bin Salman sull’Arabia Saudita, con le esecuzioni mirate a far restare saldo il controllo della casa regnante sul paese.
Leggi anche: Arabia Saudita, l’hostess italiana arrestata a maggio è stata condannata a 6 mesi di carcere e Pena di morte, il rapporto di Amnesty International: nel 2022 in Arabia Saudita fino a 3 condanne al giorno