L’Inps ha pubblicato le istruzioni per i datori di lavoro per l’assunzione di donne svantaggiate nel 2023, dopo il via libera dalla Commissione dell’Unione Europea. Ai datori di lavoro spetta un esonero contributivo del 100%, fino ad un massimo di 8000 euro annui.
La misura è stata estesa anche per il 2023 dalla Legge di Bilancio, introdotta dalla Manovra finanziaria del 2021. Per quali donne lavoratrici è concesso l’esonero totale dal versamento della contribuzione previdenziale? Ecco tutto quello che bisogna sapere.
Assunzione donne svantaggiate 2023, via libera dalla Commissione UE: arrivano le istruzioni dall’Inps
Dopo il via libera della Commissione Europea, il 19 giugno 2023, l’Inps ha pubblicato la circolare n. 58, il 23 giugno scorso, con la quale ha pubblicato tutte le istruzioni operative sulla fruizione del bonus per l’assunzione di donne svantaggiate nel 2023.
Si tratta di un incentivo introdotto con la Manovra finanziaria del 2021, nato per favorire l’occupazione femminile. Riproposto anche lo scorso anno ed esteso anche al 2023, il limite massimo dello sgravio contributivo è salito dai 6000 euro previsti precedentemente ad 8000 euro attuali.
In cosa consiste la misura? Si tratta di un esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali, con l’esclusione dei premi e dei contributi Inail, rivolto ai datori di lavoro privati che assumo lavoratrici, sia con contratto a tempo determinato che indeterminato, anche per i contratti di lavoro part-time. Lo sgravio del 100% non si applica per i rapporti di lavoro di apprendistato, per i contratti di lavoro domestico e di lavoro intermittente.
Il bonus spetta:
- Per 18 mesi, in caso di contratto di lavoro a tempo indeterminato (anche trasformazione da tempo determinato);
- Per 12 mesi, in caso di contratto di lavoro a tempo determinato.
Per quali lavoratrici spetta l’esonero contributivo del 100%
Come abbiamo già anticipato, lo sgravio contributivo totale del 100% spetta ai datori di lavoro del settore privato per l’assunzione di donne lavoratrici svantaggiate. Lo sgravio è rivolto anche ai datori di lavoro del settore agricolo, ad esclusione delle imprese del settore finanziario e della pubblica amministrazione.
Chi sono le donne lavoratrici svantaggiate? Con questa denominazione, ci si riferisce alle donne lavoratrici:
- Di qualunque età, senza un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi. Devono essere residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti;
- Di qualunque età, senza un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi che svolgono attività di lavoro in settori economici che presentano disparità occupazionale di genere,
- Di qualunque età, senza un impiego regolarmente retribuito da almeno 2 anni e senza limiti di residenza;
- Di almeno 50 anni e disoccupate da più di un anno.
Quali requisiti devono avere i datori di lavoro
I datori di lavoro, oltre all’assumere donne lavoratrici svantaggiate, devono anche rispettare alcuni requisiti e specifiche condizioni. Di quali si tratta?
- Essere in regola con gli obblighi di contribuzione previdenziali (Durc);
- Non avere mai violato le norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro;
- Rispettare gli accordi e i contratti collettivi di lavoro, quelli regionali, territoriali o aziendali.
Naturalmente, se violano anche solo uno dei punti, perdono il diritto a ricevere lo sgravio. I datori di lavoro non possono beneficiare del bonus se l’assunzione è imposta dalla legge. Inoltre, le assunzioni devono anche comportare un incremento occupazionale rispetto alla media registrata l’anno precedente.
L’esonero contributivo previdenziale è cumulabile? Lo sgravio del 100% non è cumulabile con altre tipologie di esoneri o riduzioni. Solo in alcuni casi, lo sgravio contributivo è cumulabile nei limiti della contribuzione totale.
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