Sì, poi no, poi di nuovo sì. Grande confusione mediatica intorno al pool party organizzato da Bahja: un brand, lanciato nelle settimane addietro, con la finalità di organizzare una festa tutta al femminile per ragazze e donne musulmane. Un progetto partito lo scorso maggio, come si può notare dal feed Instagram di Bahja e che, con lo scorrere delle settimane, ha assunto una rilevanza mediatica sempre maggiore. “Per essere libera di esplorare” è lo slogan scelto dalla campagna lanciata e volta ad intercettare sempre più donne musulmane che avessero il coraggio di scegliere di far festa in piena libertà, senza le restrizioni sociali a cui sono spesso soggette.
L’evento fissato e poi annullato
La festa è stata fissata per sabato 8 luglio presso la piscina Al Gabbiano sita a Limbiate, in provincia di Monza. Tutto era pronto ed i post pubblicati sui canali social andavano proprio in questo senso invitando l’utenza ad acquistare un biglietto d’ingresso. Raccomandando anche alcune regole particolari che vanno, evidentemente, nella direzione di concedere una giornata di relax senza occhi indiscreti e curiosi. Tra le regole, infatti, il divieto di accedere alla struttura con smartphone per evitare che scatti o video finiscano in rete. Tutto pronto e deciso, dunque, ma poi sulla questione c’è stato l’ingresso a gamba tesa della politica. È stata in particolar modo la Lega, partito di governo, ad aizzare un polverone sulla vicenda. Isabella Tovaglieri, eurodeputata leghista e membro della commissione per i diritti delle donne, ha commentato:
Apprendiamo con sconcerto che sabato prossimo, 8 luglio, un intero acquapark di Limbiate sarà riservato esclusivamente alle donne musulmane per un party all’insegna della segregazione, nel quale mancheranno anche alcune misure di sicurezza, con le telecamere di sorveglianza che verranno spente per permettere alle ospiti di trascorrere una giornata di sole libere dagli sguardi indiscreti”, come promette la pubblicità dell’evento. Non possiamo più accettare l’alibi della discriminazione e dell’integrazione difficile, quando sono gli stessi immigrati musulmani a volersi isolare dalla società in cui hanno scelto di vivere, perpetuando usi e costumi incompatibili con i nostri, che stridono con le conquiste e con i diritti faticosamente raggiunti dalle donne in Occidente.
È stato il primo di una serie di interventi che hanno reso una semplice festa in piscina un vero e proprio caso politico. Se questo ha stimolato l’organizzazione del party (“Ringraziamo di cuore gli onorevoli leghisti per aver contribuito alla inaspettata impennata dei nostri partecipanti – si legge in un posto di Bahja – Grazie a voi siamo vicini al sold out!”) ha invece messo pressione sui proprietari della struttura ospitante. La quale ha deciso, visto il polverone, di vietare che si svolgesse la festa presso la propria piscina. I quali commentano:
Non si tratta di razzismo o misoginia. Sono state trascurate, al momento dell’accordo, alcune questioni di sicurezza. Per questo abbiamo deciso, d’accordo con l’altra parte, di ospitare l’evento presso la nostra struttura. Non siamo stati né spaventati né obbligati dal governo. E se fossimo stati razzisti avremmo rifiutato la proposta dal principio.
L’annullamento dell’evento è stato accolto con soddisfazione della Lega. Lo stesso Matteo Salvini, Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture, ha commentato sui social “Vittoria”.
Ma il party si fa!
L’ultimo aggiornamento è che l’annullamento concerne solamente l’accordo con la piscina di Limbiate: il party si farà comunque. A riferirlo è l’organizzazione Bahja che, però, specifica che l’evento si terrà il 9 luglio – non più l’8 – ed in una località segreta.