Ormai sembra sempre più ufficiale: dopo il via libera di Grossi, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, lo sversamento delle acque radioattive, trattate e immagazzinate, di Fukushima nell’Oceano è imminente. Per L’Aiea il piano di Tokyo non metterà in pericolo la salute dei mari:
Il piano di Tokyo è in linea con gli standard di sicurezza globali. Lo scarico dell’acqua trattata avrebbe un impatto radiologico trascurabile sulle persone e sull’ambiente.
Questo quanto dichiarato da Rafael Grossi sullo sversamento delle acque contaminate nell’Oceano durante l’incontro con il primo ministro del Giappone Fumio Kishida. Al Presidente nipponico è stato presentato il report sulle acque di Fukushima svolto dall’Aiea, che confermerebbe la sicurezza della misura ipotizzata da Tokyo e garantisce un ulteriore passo avanti nell‘attuazione pratica della proposta.
Grossi comunque rassicura:
Se il governo decide di procedere, l’Aiea sarà in modo permanente a Fukushima, revisionando, monitorando, valutando questa attività per i prossimi decenni.
Sversamento delle acque di Fukushima, la reazione della Cina: “L’Oceano non è una discarica”
L’idea di liberarsi delle acque di Fukushima e archiviare per sempre quel disastro nucleare che costituisce una delle pagine più difficili del Giappone frulla negli ambienti nipponici già dal 2021. L’intenzione è quella di prelevare dall’impianto della centrale di Fukushima l’acqua usata per raffreddare i materiali radioattiv, che sarà poi trattata per rimuovere le sostanze nocive e scaricata in mare.
Ovviamente, non tutti sono d’accordo con questa presa di posizione: in particolare, Cina e Corea del Sud, Paesi che affacciano sullo stesso oceano che il Giappone vuole usare per lo smaltimento delle acque di Fukushima, non hanno accolto con favore la proposta dei loro vicini.
Per Pechino i giapponesi starebbero trattando il Pacifico «come una fogna», ignorando le conseguenze che tale atteggiamento potrebbe avere sull’ecosistema e sulle persone.
L’indignazione della Cina è affidata soprattuto alle parole dell’ambasciatore in Giappone, Wu Jianghao, che afferma:
La parte giapponese afferma che le centrali nucleari di tutto il mondo scaricano acque, ma è la prima volta che si tratta di acqua esposta al nocciolo fuso di un reattore nucleare. Il Giappone dimostra poco rispetto per la scienza. Per considerazioni di costo economico, il Giappone ha ignorato le preoccupazioni e l’opposizione della comunità internazionale e ha insistito per scaricare l’acqua contaminata dal nucleare in mare, utilizzando l’oceano Pacifico come una fogna.
Ha detto Wu, mettendo chiaramente in dubbio l‘autorità di Grossi, il quale ha recentemente affermato che «questo processo di diluizione e filtraggio non è nulla di nuovo. Esiste già nell’industria, dalla Cina alla Francia».
Acque di Fukushima nell’Oceano Pacifico, la Corea del Sud protesta
Anche al Corea del Sud si è unita alle proteste e alle rivendicazioni della Cina. Nelle scorse settimane, diverse proteste sono state animate dalla richiesta di interrompere il piano di Tokyo.I manifestanti si sono accalcati davanti all’ambasciata giapponese a Seoul, per chiedere che il Giappone mostrasse più rispetto per la salute dell’Oceano.
L’opposizione di Seoul ha anche inviato Yoon, Presidente della Corea del Sud, a visitare Tokyo per ottenere garanzie sul fronte acque di Fukushima.
La posizione della Corea è riassunta in una nota delle Commissioni per l’ambiente ecologico e per la giustizia e pace:
Nell’era della crisi climatica, in questo momento in cui stiamo contemplando e lavorando insieme per la transizione verso un mondo sostenibile, lo scarico di acqua radioattiva da Fukushima nell’oceano è una minaccia per l’ecosistema della nostra Casa comune, la terra. Allo stesso tempo, si rompe l’ordine del mondo, creato da Dio Creatore.