Walter Sabatini è uno di quelli che potrebbero essere considerati letterati del calcio, forse proprio per questo è felice di essere al MAXXI per parlare del suo libro “Il mio calcio furioso e solitario”. Una lettera al figlio Santiago, ma anche a se stesso dopo una carriera in cui ha vinto molto meno di quanto meritasse. Il Re Mida del calcio con oltre 200 milioni di plusvalenze in sei anni alla Roma è in gran forma e in un’intervista a 360º a TAG24 parla di tutto, dal suo erede Cristiano Giuntoli fresco sposo della Juventus fino alla suggestione della 10 di Totti che molti vorrebbero venisse consegnata a Paulo Dybala.

“Voglio che arrivi un riflesso di quello che sono stato io nella vita, ma soprattutto di chi ho cercato di essere a volte riuscendoci.

“Quando rotola la palla per me il calcio è sempre calcio, il fatto che i calciatori come Brozovic rincorrono soldi non mi pare una novità attualissima. Tutti lo hanno fatto, dai condottieri ai mercenari e non è esecrabile. La ricchezza è ambita da tutti”

Walter Sabatini presenta il suo libro, la video intervista

“Ho presentato molte volte il libro e devo dire che la gente potrebbe essersi rotta le scatole. Sono qui in mezzo a gente di cultura, questo museo lo considero un Agorà contemporaneo per cui sono contento.
“Spero che arrivi tutto, anche quello che si divorava le sigarette. Ai giovani? Magari non quello, ho sempre detto che si educa anche con il cattivo esempio e io sono stato un grande cattivo esempio..

“È bellissimo convincere un calciatore non solamente con i soldi. Lo si convince attraverso dei ragionamenti e promesse, a volte vane perché non sempre possono essere mantenute. Bisogna essere un pochino bugiardi, ma bugie bianche non le menzogne. Queste ultime non le ho mai usate”.

“Promesse non mantenute? Non ne ho una che mi dispiace aver infranto a un calciatore, ho dato ad ognuno più di quanto non abbia preso. Verso i tifosi si, la mancata vittoria dello scudetto a Roma mi ha ferito e continua a farmi male.

L’incoronazione per Giuntoli: “Migliore di me”, ma critica la scelta della Juventus

”Luciano Spalletti è un genio”, “Giuntoli merita un riconoscimento pubblico per il lavoro che ha fatto a Napoli, ma in tutta la sua carriera a partire da Carpi. È giusto che arrivi al massimo livello, ammesso che la Juventus oggi lo sia. Non pensò che oggi il Napoli sia secondo alla Juve dal punto di vista amministrativo e tecnico.

“Penso che Giuntoli sia migliore di me, non fosse altro perché ha 25 anni in meno di me quindi da un punto di vista prestazionale

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De Rossi e la benedizione per la panchina dell’Under 21

“È auspicabile che Daniele De Rossi diventi selezionatore dell’Under 21. La sua sensibilità calcistica non ha eguali, così come la sua passione. Spesso dico a mio figlio che nella vita non esiste nulla che si possa affrontare senza passione, o con una passione insufficiente. La passione e la tenacia sono alla base di tutto. De Rossi ha avuto la sfortuna che non ho trovato squadra perché sarebbe stato il mio allenatore, lui lo sapeva molto bene questo. Se lo prendesse l’Under 21 per lui sarebbe una grande cosa, è un livello di calcio altissimo e di giovani alle soglie della Nazionale A. Ne sarei felice”.

“Il calcio non è infallibile, il calcio è fallibile ed il fatto che io non lavori dimostra che qualcosa non ha funzionato. Io farò il mio calcio virtuale, dicevo in macchina a mia moglie che per tenere viva la testa in questo periodo in cui lavoravo incessantemente, farò una campagna acquisti per tutte le società. Poi chi vorrà attingere a qualche mio consiglio me lo chiederà. Ho visto 7-8 talenti incommensurabili, vorrei avere una squadra come la Roma per poterli andare a prendere. Non posso prenderli per giocare nel salotto di casa mia”.

Il pensiero su Dan Friedkin e la maglia numero 10 della Roma

“Mi piacciono molto i silenzi di Dan Friedkin, il silenzio è apprezzabile in un calcio pericoloso di in cui tutti parlano. Chi riesce a conservare distacco e silenzio riesce poi ad affrontare meglio i problemi”.

“Dybala merita la 10 perché è il calciatore più forte che c’è alla Roma in questo momento, ma io la 10 di Francesco non la metterei addosso a nessuno. Quello che ha fatto per il calcio e per la Roma è irripetibile. Io posso dirlo perché c’ero, ci sono stato e ho avuto anche qualche piccola frizione con lui. Non ho alcun interesse personale, ma le cose che Francesco Totti ha fatto vedere a milioni di spettatori calcistici non saranno mai replicabili. Questo nonostante Dybala sia un vero campione, ma Francesco aveva un repertorio immenso di cui era lui stesso inconsapevole. Lui faceva delle giocate senza neppure pensarci, andava oltre i suoi stessi pensieri. La maglia numero 10 è di Totti”.

La nefandezza del Milan con Massara e Maldini

“La riconoscenza è un sentimento talmente vago, talmente poco percepibile che non esiste. Quella del Milan è stata una nefandezza, non si può mandare via gente che ha fatto quello che hanno fatto loro nel Milan. Hanno raccattato una squadra allo sbando e portata in un anno e mezzo ad una ricapitalizzazione tecnica ed umana. Hanno vinto lo scudetto, a questo punto bisogna chiedersi cosa sia il calcio”.

La sentenza plusvalenze per la Juventus

“Non facciamo la difesa di Mourinho perché si difende bene da solo, sulla Juventus invece stendiamo un velo pietoso. Una società potente come la Juventus non dovrebbe ricorrere a manovre non chiarissime, non ne ha il bisogno. Io, ma potrei dire noi perché lavoravo con altre persone come Baldissoni, non abbiamo mai fatto operazioni incrociate. Quelle sono plusvalenze fittizie che noi non abbiamo mai fatto. I tifosi devono sapere che i 200 milioni maturati in sei anni di lavoro a Roma sono reali, frutto di un lavoro che rivendico. Io ero un professionista che faceva il suo lavoro, niente di più.

“Il vituperato Monchi ha rivenduto tutti i giocatori miei, ma è stato bravo perché ha venduto Alisson a 70 milioni e non è facile vendere giocatori. Lui è stato agevolato dal fatto che c’era un gruppo di giocatori arrivato ad una semifinale di Champions. Quelli erano calciatori fantastici”.

L’affare Frattesi all’Inter

“Frattesi, speravo che venisse alla Roma ma mi pare che non andrà così. Frattesi l’ho dato io al Sassuolo quando era ragazzino perché avevo bisogno di soldini, ma quando l’ho fatto ho voluto mettere la percentuale per cui ovunque andrà la Roma incasserà soldi. I prossimi 5-6 milioni che arriveranno a Trigoria saranno roba mia”.