Fratelli d’Italia dà seguito alla polemica delle croci in montagna e deposita una proposta di legge alla Camera per tutelarle. Sotto la lente d’ingrandimento del partito di Giorgia Meloni le cosiddette croci di vetta, dei monumenti, religiosi e non, posizionati sulle sommità montuose.

A sollevare la questione era stato Marco Albino Ferrari, fresco di dimissioni dal Cai, il Club alpino italiano. L’ormai ex direttore editoriale del Club alpino aveva manifestato l’intenzione di vietare nuove croci sulle cime delle montagne del nostro Paese.

Poi il dietrofront, quando Ferrari aveva parlato di non averne mai chiesto la rimozione. Troppo tardi, perché ben tre esponenti di spicco del governo Meloni hanno difeso a spada tratta i crocifissi: si tratta di Antonio Tajani, Matteo Salvini e Daniela Santanché.

Il ministro delle Infrastrutture, in particolare, ha tuonato tutto il proprio disappunto sulla questione.

Dovete passare sul mio corpo per togliere anche solo un crocifisso da una vetta alpina.

E così, per difendere le croci di vetta si è mosso direttamente FdI, con una proposta di legge firmata dal deputato Antonio Balnelli, pervenuta a Montecitorio. Obiettivo del partito di centrodestra la “modifica all’articolo 136 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42″, al fine di “tutelare le croci di vetta e di crinale”.

Croci montagna, FdI presenta proposta di legge. Santanchè: “Basita dal Cai”

Grazie alla pdl targata Fratelli d’Italia, si va verso un vincolo di tutela per le croci montane, considerate beni di “notevole interesse pubblico”. Lo si apprende dal testo della proposta, trapelato su alcune testate nazionali.

Proprio le croci, sottolinea l’onorevole Balnelli, sono ormai “parte integrante del paesaggio montano e anzi lo caratterizzano, spesso ne rappresentano una peculiarità e ne ricordano la storia”.

Esse sono indubbiamente espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio. Si pensi, solo ad esempio, alla croce del Monte Cervino, diventata un’icona per l’alpinismo mondiale.

La questione, dunque, è finita a Montecitorio dopo le polemiche. Una vicenda cavalcata, come accennato, anche dalla ministra al Turismo Daniela Santanchè.

Resto basita dalla decisione del Cai di togliere le croci dalle vette delle montagne senza aver comunicato nulla al Ministero. Non avrei mai accettato una simile decisione che va contro i nostri principi, la nostra cultura, l’identità del territorio, il suo rispetto. Un territorio si tutela fin dalle sue identità e le identità delle nostre comunità è fatta di simboli che custodiscono nel tempo la storia e valori. 

Dal canto suo, il presidente del Cai Antonio Montani ha cercato di spegnere le polemiche, sottolineando che le dichiarazioni di Ferrari sono solo “personali“. Quest’ultimo, tra l’altro, non ha mai proposto di eliminare le croci già esistenti.

Non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci in vetta in alcuna sede, tantomeno prendendo una posizione ufficiale.

Montani ha messo una pietra sopra alla questione sottolineando che, se quando se ne parlerà, “il ministero vigilante sarà sempre interpellato e coinvolto”.

Messner: “Le montagne sono di tutti”

Sulla questione, nei giorni scorsi, è intervenuto anche l’alpinista Reinhold Messner, offrendo un punto di vista alternativo.

Le montagne sono di tutti, nessuno ha il diritto di metterci il cappello.

Il noto alpinista ha tagliato corto sulla questione definendo il dibattito “anacronistico e inutile“.