Non poteva che essere Giovanni Malagò ad aprire il programma “Casa dello Sport” organizzato per celebrare i 20 anni di Sky. Nel corso della sua intervista di apertura, il presidente del Coni ha parlato in lungo e largo dello sport azzurro, passando in rassegna tutte le discipline, tra trionfi e cadute di quest’ultimo ventennio, ma anche con uno sguardo al futuro.
Procedendo per ordine, Malagò ha iniziato col raccontare i momenti salienti dello sport azzurro, e soprattutto la missione del Coni in questi anni:
Sono stati anni in cui abbiamo dialogato e ‘combattuto’ per difendere la nostra autonomia. Il Coni parte da quella che è la preparazione di alto livello, di vertice, come è la preparazione olimpica. Ma solo un ignorante del mondo dello sport pensa che ci si debba occupare solo da un momento in poi della vita di un atleta. C’è tutto un percorso che comincia da subito, dalle scuole di sport, dalle bambine e bambini, e li si deve accompagnare per tutta la filiera tecnica e professionale. Io credo che il nostro Paese e il Coni abbiano dimostrato in questi anni di essere ancora di più un’eccellenza.
Poi, un dettaglio specifico sui successi ottenuti finora:
Volevo ricordare che da quasi quattro anni a livello di Olimpiadi, Mondiali, Europei e Giochi del Mediterraneo siamo sistematicamente primi in Europa come numero di medaglie vinte. Credo sia tanta roba. Temo che non durerà a lungo, ma godiamoci questo momento
20 anni della “Casa dello Sport”, Malagò su Milano-Cortina: “Bisogna essere realisti”
Successivamente, il presidente del Coni ha avuto anche modo di approfondire le occasioni future che avrà lo sport italiano, in un lungo viaggio che vedrà tra le tappe fondamentali le Olimpiadi di Parigi 2024 e poi di Milano-Cortina 2026. Partendo dalla rassegna francese, Giovanni Malagò ha dichiarato:
Parigi, la volata è cominciata da poco. Ci saranno momenti anche di dispiacere, di rabbia, di delusione, ma abbiamo seminato bene. Fino a qualche anno fa nel calcio contava molto la differenza, oggi bastano degli episodi per far vincere o perdere certe partite. A fronte di una cinquantina di nazioni, contro 10 di loro prima era una passeggiata di salute, contro 15-20 una mezza formalità, con 10 un problema e con 7-8 c’era una situazione di equilibrio. Oggi non è così: con le ultime 10 fatichi a fare la goleada, con le altre è sempre un problema. A Parigi non è che siamo in condizione di stracciare gli avversari dove siamo forti. È veramente legato all’imponderabile, al centesimo di secondo e al millimetro.
Quanto invece all’appuntamento di “casa”, il presidente del Coni ha analizzato la situazione attuale guardando anche agli aspetti burocratici:
Per quanto riguarda Milano-Cortina, sono un ottimista di natura, ho grande fiducia, ma bisogna essere realisti. Mi confronto quotidianamente in modo collaborativo con il CIO, il comitato organizzatore e il governo: stiamo all’inseguimento perché questo è il Paese, questa è la realtà inequivocabile. Tutto ruota intorno all’impiantistica. Si parla spesso degli stadi, ma i palazzetti dello sport dove si gioca a pallacanestro e pallavolo, sono addirittura di una generazione precedente ai campi di calcio. È un dato di fatto: il 99% sono pubblici, quindi enti locali, possibile che in 50 anni siamo rimasti così indietro a fronte di risultati sportivi così strepitosi?