Potrebbe nascondersi un gesto volontario, secondo gli inquirenti, dietro l’investimento che il 1 luglio scorso ha portato alla morte di Giuseppina Caliandro a Gemonio, in provincia di Varese: l’uomo che l’ha travolta in via Garibaldi, attorno alle 21.30, potrebbe averlo fatto di proposito. È la pista su cui si sta lavorando nelle ultime ore, sulla base di importanti indizi: una porzione di targa, delle informazioni sul colore e sul modello dell’auto incriminata e alcune testimonianze.
Tutti ci chiediamo come sia stato possibile un gesto così atroce […]. Siamo ancora tutti increduli e tutti vogliamo che sia fatta giustizia,
hanno dichiarato ai microfoni di Varese News, dopo aver appreso la notizia, i suoi amici storici.
Incidente di Gemonio (Varese): la pista del gesto volontario dietro la morte di Giuseppina Caliandro
I fatti risalgono alla sera del 1 luglio scorso. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, Giuseppina Caliandro, 41 anni, si trovava in via Garibaldi, a Gemonio, a ridosso della sua abitazione, quando, all’improvviso, sarebbe stata travolta da un’auto poi dileguatasi. All’arrivo dei soccorsi – chiamati da alcuni passanti -, le sue condizioni erano apparse disperate: nonostante la corsa contro il tempo per cercare di salvarla, era morta, poche ore dopo il ricovero in codice rosso presso l’ospedale di Circolo di Varese.
Un caso di pirateria della strada? Forse no. Secondo gli ultimi sviluppi, la donna potrebbe essere stata investita e uccisa di proposito. È la pista su cui stanno lavorando gli inquirenti, intenzionati a fare luce sull’accaduto. Sembra infatti che alcuni testimoni abbiano riferito di averla vista litigare animatamente con un uomo accanto ad un’auto, poco prima dell’incidente. Una volta risalito nella sua autovettura, l’uomo avrebbe ingranato la retromarcia, partendo a tutto gas e travolgendola, come se volesse farle del male.
Ma non è tutto. Un secondo testimone avrebbe infatti riferito che, scappando, dopo aver investito la donna, l’uomo avrebbe colpito anche la sua auto, senza fermarsi.
È caccia al responsabile: gli indizi in possesso degli inquirenti
Se le testimonianze rese dai passanti saranno giudicate attendibili, bisognerà capire il motivo del litigio, il possibile movente del delitto. Dopo aver acquisito i filmati degli impianti pubblici e privati di videosorveglianza della zona, gli inquirenti stanno intanto lavorando per rintracciare l’auto coinvolta nell’incidente e l’uomo che ne era alla guida. Dalla loro parte, oltre ai racconti di coloro che hanno assistito all’investimento, avrebbero alcune importanti informazioni: il colore e il modello dell’auto e una parte della sua targa.
Informazioni che la Procura di Varese ha deciso di non confermare, né smentire,
allo scopo di non compromettere le attività di ricerca del responsabile, che sono in corso.
I messaggi di cordoglio per la vittima
Giuseppina si era trasferita a Gemonio nel 2019 per convivere con la fidanzata. Prima viveva a Tradate, dove era nata a cresciuta e dove tutti la chiamavano “Giusy”. I suoi amici storici non riescono a capacitarsi della tragedia che l’ha coinvolta. Una di loro, Maria Cimolato, ha dichiarato a Varese News:
Dopo il lavoro uscivamo sempre insieme a bere qualcosa. Una sera un signore mi stava importunando, lei non ci ha pensato due volte e mi ha difesa, in tutti i modi e con tutte le sue forze, lei che era così piccolina, mi arrivava alle costole. Non ha mai avuto paura di niente, né di dire la verità in faccia o ciò che pensava.
Cosa abbia detto all’uomo che l’ha uccisa non si sa. La speranza di coloro che la conoscevano è che possa essere fermato presto. A quel punto, se questa versione dei fatti dovesse essere confermata, sarebbe accusato di omicidio volontario.
Leggi anche: Lucia Annibali, libero l’uomo che la sfregiò con l’acido a Pesaro: scarcerato ed espulso dall’Italia