Il rinnovato accordo tra Italia e Svizzera riguardante i lavoratori frontalieri, siglato a Roma nel dicembre 2020, ha ottenuto l’approvazione finale del Senato nel maggio scorso e, successivamente, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Le nuove disposizioni, entrate in vigore dal 1° luglio, intendono porre fine al problema della doppia tassazione dei redditi dei lavoratori che risiedono in un paese e lavorano nell’altro.

Lavoratori frontalieri: accordo tra Italia e Svizzera, cosa dice

In seguito all’approvazione dell’accordo, la Svizzera non fa più parte della black list italiana, che elenca i regimi fiscali privilegiati. L’accordo, rispondente alla Legge n. 83/2023, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 151 del 30 giugno 2023, marcando l’approvazione definitiva dell’accordo per la tassazione dei lavoratori frontalieri con la Svizzera.

L’accordo entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024 e prevede un riesame ogni cinque anni. Contempla anche eventuali consultazioni e aggiustamenti periodici riguardo al telelavoro. Un’importante novità concerne l’aumento della “no tax area” per i redditi di lavoro dipendente (dei frontalieri) a 10.000 euro, e l’esclusione dalla tassazione degli assegni familiari erogati dagli Enti di Previdenza dello Stato in cui il lavoratore svolge la propria attività.

Cos’è un lavoratore frontaliere

Il nuovo accordo offre una definizione molto più specifica di lavoratore frontaliere rispetto a quella precedente. In particolare, si considera lavoratore frontaliere chi risiede in uno Stato contraente, è fiscalmente domiciliato in un Comune la cui area si estende, totalmente o parzialmente, in una zona di 20 km dal confine con l’altro Stato contraente, e svolge un’attività di lavoro dipendente nell’area di frontiera dell’altro Stato, ritornando, di norma, ogni giorno al proprio domicilio principale.

Cosa cambia per i lavoratori frontalieri con la nuova legge

Il nuovo regime prevede che lo Stato in cui si svolge l’attività lavorativa applichi una tassazione dell’80% sul reddito da lavoro dipendente. I lavoratori saranno quindi soggetti anche all’imposizione fiscale nello Stato di residenza, che eliminerà la doppia tassazione attraverso un meccanismo di credito d’imposta. Questo meccanismo permetterà al lavoratore di detrarre dal proprio imponibile la quota d’imposta già pagata nello Stato in cui si svolge l’attività lavorativa.

Calcolo tassazione: come funziona

Per esempio, se un lavoratore frontaliere italiano che lavora in Svizzera guadagna 100.000 euro, la Svizzera (Stato di lavoro) tasserà l’80% di quel reddito, ovvero 80.000 euro. L’Italia (Stato di residenza) imporrà l’imposta su tutto il reddito (100.000 euro), ma concederà un credito d’imposta per l’importo tassato in Svizzera.

Trattamento delle prestazioni sociali

Il nuovo accordo stabilisce anche come trattare le prestazioni sociali. Le prestazioni sociali erogate dallo Stato in cui il lavoratore svolge la propria attività (ad esempio, l’assegno per il nucleo familiare in Svizzera) non saranno più tassate nel paese di residenza (in questo caso, l’Italia). Questo segna un cambiamento importante rispetto alle precedenti regole, che prevedevano la tassazione di tali prestazioni nel paese di residenza.

Transizione al nuovo regime fiscale

L’accordo prevede un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2023, durante il quale le parti potranno adeguare le loro leggi nazionali e le procedure amministrative. Inoltre, dal 1° gennaio 2024, il nuovo regime fiscale sarà pienamente operativo.

Smart working frontalieri Italia-Svizzera: cosa succede

L’avanzamento del regime di accordo fiscale tra Italia e Svizzera prevede la considerazione di aspetti chiave anche relativi allo smart working per i lavoratori frontalieri. Secondo l’articolo 12 della Legge n. 83/23, esiste una disposizione specifica per la protezione del lavoro remoto. Questa legge afferma che se un lavoratore svolge fino al 40% del suo lavoro complessivo in modalità agile nel suo paese di residenza, mantiene lo status di lavoratore frontaliere con tutti i vantaggi associati. Questi benefici sono solitamente collegati al fatto che il lavoratore si sposta quotidianamente attraverso il confine e torna alla sua abitazione ogni sera. Tuttavia, questa disposizione è scaduta il 30 giugno 2023.

Allo stato attuale, non esistono protezioni speciali per i lavoratori frontalieri che adottano lo smart working. Pertanto, devono seguire le regole ordinarie. Tuttavia, sia l’Italia che la Svizzera sono tenute, in base al paragrafo 3 del Protocollo aggiuntivo all’Accordo del 23 dicembre 2020, a raggiungere un nuovo accordo. È probabile che questo nuovo accordo riprenda le condizioni temporanee precedenti, ovvero permettere fino al 40% del tempo di lavoro in modalità remota senza compromettere i benefici associati allo status di lavoratore frontaliere.