La riforma previdenziale 2024 si apre con una considerazione piuttosto deprimente: ben il 60% degli italiani è più preoccupato di rimanere senza soldi in pensione che di morire. Dopo aver accumulato molti anni di contributi, sperando di trascorrere una vita da pensionato dignitosa, potresti trovarti nella situazione di non poter far affidamento sul sistema previdenziale italiano e dover coprire le spese quotidiane con i risparmi di una vita di sacrifici.
La pensione dovrebbe garantire una disponibilità finanziaria tale da permettere una libertà economica, ma spesso ciò non avviene e ci si trova a fronteggiare i costi della vita fino all’esaurimento dei risparmi. In questo articolo, analizzeremo insieme le prospettive offerte dalla riforma previdenziale del 2024 sui calcoli forniti dall’INPS.
Riforma previdenziale 2024
La riforma pensioni si presenta come un compito difficile da attuare, seppur sia necessaria per la maggior parte dei cittadini italiani.
Nonostante la necessità di rimettere in sesto il sistema previdenziale italiano, pochi sono favorevoli alle proposte previdenziali formulate di recente, inclusa Quota 41 e Opzione donna. A prescindere dalla difficoltà di implementare Quota 41 e di ripristinare i requisiti originari dell’Opzione donna, nonostante siano stati penalizzanti.
Il rapido invecchiamento della popolazione ha sicuramente avuto un forte impatto sul sistema previdenziale. Sei italiani su dieci ne sono consapevoli, tanto da mettere in dubbio la capacità dello Stato italiano di assicurare una pensione dignitosa ai lavoratori.
I problemi sono molteplici e spesso contrastanti tra loro, e le prospettive future riguardano l’accesso a un trattamento previdenziale o alla possibilità di raggiungerlo con parametri economici dignitosi.
D’altra parte, la riforma previdenziale dovrebbe includere delle condizioni privilegiate per specifiche professioni o per coloro che optano per la pensione anticipata, anziché solo l’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2026. Ed è questo il motivo principale per cui si potrebbero rimettere in circolo i requisiti imposti dalla legge Fornero.
Come sarà la riforma delle pensioni nel 2024?
Coloro che mirano a garantirsi un trattamento previdenziale a lungo termine optano di salvaguardare il proprio futuro attraverso l’adesione a una pensione integrativa.
È necessario pensare di avviare una pianificazione finanziaria nell’ottica della durata del pensionamento o della probabile aspettativa di vita.
In teoria, un uomo di 65 anni ha buone possibilità di vivere fino a 87 anni, mentre una donna di 65 anni ha buone possibilità di raggiungere i 90 anni.
Si tratta di proiettare il futuro in un periodo di pensionamento e prendere in considerazione che dopo 20 anni potresti dover fronteggiare serie questioni economiche nella fase finale della vita. Inoltre, è necessario considerare l’impatto dell’inflazione sulla pensione e sui risparmi.
Chi andrà in pensione a 74 anni?
Secondo IlSole24Ore, il simulatore dell’INPS “Pensami” ha mostrato una realtà sconcertante.
È importante spiegare che non si tratta di una simulazione recente, ma vogliamo sottolineare che rappresenta una proiezione molto realistica. E tutto tranne che immaginaria, soprattutto considerando che è stata sviluppata dal simulatore INPS.
Si precisa inoltre che, il sistema ha previsto i requisiti per la pensione futura sulla base delle attuali norme, senza considerare le eventuali variazioni sull’aspettativa di vita, adeguamenti all’indice ISTAT e altri fattori.
In pratica, viene messo in evidenza il “cronometro previdenziale” in cui per poter accedere alla pensione anticipata, un lavoratore di 25 enne che ha iniziato a lavorare da 12 mesi dovrà andare in pensione a 70 anni con 46 anni e 4 mesi di contributi. Per la pensione di vecchiaia, saranno necessari 70 anni e 6 mesi di età e oltre 20 anni di contributi.
Se invece, i contributi accumulati risultano essere meno di 20 anni ma più di cinque, la pensione di vecchiaia si ottiene non prima dei 74 anni e 10 mesi.
Chi è nato nel 1962 quando andrà in pensione?
Per coloro nati nel 1990, l’ipotesi migliore porta alla pensione di vecchiaia a 70 anni con almeno 20 anni di contributi e alla pensione anticipata con 45 anni di contribuzione, indipendentemente dall’età.
Nel caso dei nati nel 1982, per ottenere la pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi e un assegno pari a 1,5 volte il minimo, l’età pensionabile è di 69 anni e sei mesi. Se mancano 20 anni di contributi, l’età pensabile sarà di 73 anni e 9 mesi. La pensione anticipata sarà rilasciata a 45 anni e 7 mesi. In ogni caso, raggiungeranno i 73 anni e 9 mesi nel 2055.
Secondo la simulazione fornita da IlSole24Ore, la pensione delle donne diventa una vera chimera.
Le nate nel 1962, se hanno intrapreso un’attività lavorativa nel 1987 a 25 anni con una carriera lavorativa continua, otterranno la pensione di vecchiaia nel 2030 a 67 anni e 5 mesi. Per la pensione anticipata sarà necessario avere maturano almeno 42 anni e 3 mesi di contribuzione.
Per ulteriori informazioni, rimandiamo alla pagina dedicata a Pensami – Simulatore scenari pensionistici “Pensami – Pensione a misura”, che permette di calcolare le proprie prospettive previdenziali in modo semplice senza alcuna registrazione.