Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani è sicuro “che sia arrivato davvero il momento che il Palio di Siena diventi patrimonio mondiale e immateriale dell’Unesco“. Presente alle trifore del palazzo comunale per assistere alla vittoria della Selva nella carriera del 2 luglio il presidente della Regione torna alla carica su un tema che era già tornato alla ribalta anni fa. Giani spiega i motivi di tale richiesta sottolineando come a suo avviso Siena sia “una città che sente forte il senso di appartenenza fisica a una bandiera, a una piazza, a un inno, quello della propria Contrada, e che più di altre ha scelto di anteporre la forza secolare della socialità al distacco della frenesia moderna. Ammiro questa peculiarità dei senesi e, permettetemi, di tanti toscani, fieri delle loro tradizioni e disposti a difenderle sempre”. 

Nel 2011 la Festa venne bocciata per l’opposizione dell’allora ministro Brambilla

Ma nel 2011 il Palio di Siena venne bocciato come patrimonio immateriale dell’Umanità. Infatti fu escluso dalla lista presentata dall’Italia alla commissione Unesco a Parigi. La motivazione? “Occorrono approfondimenti tecnici” scrisse il governo in una nota ufficiale per mettere fine a una discussione molto accesa avvenuta nella commissione interministeriale composta dai ministri degli Esteri, del Turismo, dei beni culturali e delle Politiche agricole che sul Palio non è riuscita a trovare l’intesa. Contro la festa senese è da sempre schierata l’onorevole Michela Brambilla, che a quel tempo era ministro del Turismo, ma ancora oggi fa sentire la sua voce molto forte. Sarà più credibile dell’urlo della Piazza del Campo?

Stefano Bisi

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