Ci sono novità sulle indagini relative all’omicidio di Michelle Maria Causo, la 17enne uccisa a coltellate da un coetaneo nel quartiere Primavalle di Roma, il 28 giugno scorso. Stando a quanto rivelato da un’amica della vittima, il debito di droga che il presunto assassino aveva nei suoi confronti non era di qualche decina di euro – come raccontato da O.D.S. nel corso dell’interrogatorio -, bensì “di 1.500”. Il ragazzo, accusato di omicidio volontario aggravato da vilipendio e occultamento di cadavere, rischia venti anni di reclusione. Attualmente si trova nel carcere minorile di Casal del Marmo dove, davanti agli inquirenti, dovrà fare chiarezza sul movente del delitto.
Omicidio Michelle Causo a Primavalle, la testimonianza di un’amica della vittima sul debito di droga
Stando alla versione fornita dall’indagato nel corso dell’interrogatorio di garanzia tenutosi davanti al gip che ne ha convalidato l’arresto, Michelle si sarebbe recata nell’appartamento in cui O.D.S. viveva con la madre, in via Giuseppe Benedetto Dusmet, per riscuotere un debito di droga. Debito che, secondo un’amica della vittima, Lavinia, non era di “30 o 40 euro”, ma almeno “di 1.500”. Una circostanza in parte confermata anche dalla zia della 17enne che, intervistata da Repubblica, ha ribadito:
Non posso credere alla storia dei 20 euro. Mia nipote prestava soldi agli amichetti. Non era attaccata al denaro. Lavoricchiava con il fidanzato (Flavio, ndr) come insegnante di nuoto per disabili a Pomezia. Ce li aveva i soldi, quindi non si poteva accanire per 20 euro.
O.D.S., invece,
è un ragazzo malato con dei problemi psicologici – dice la zia -. Io non l’ho mai visto e non l’ho mai voluto vedere. Michelle socializzava con tanti ragazzi, aveva molti amici. Ma questo non era nemmeno un amico. Di lui non ho mai sentito parlare.
Gli amici di Michelle hanno fatto sapere che mal sopportavano la sua presenza. Dicono che era spesso sotto l’effetto di droghe (anche pesanti) e psicofarmaci. Forse anche il giorno del delitto, quando, dopo aver accoltellato la 17enne, ne ha nascosto il cadavere in un sacco nero, trasportandolo, con l’aiuto di un carrello per la spesa, fino al luogo in cui sarebbe stato ritrovato, ancora sanguinante, vicino ai cassonetti di via Stefano Borgia.
Il piano di O.D.S. per l’occultamento del cadavere
Secondo gli inquirenti che lavorano al caso, il giovane avrebbe voluto nascondere il corpo in un’area verde poco lontana dalla sua abitazione. Se ci fosse riuscito, trovarlo sarebbe stato più complicato. A riportarlo è il Corriere della Sera, secondo cui, in queste ore, gli investigatori starebbero passando al setaccio i telefoni cellulari di vittima e carnefice. L’obiettivo non è solo ricostruire quale fosse il rapporto che li legava (sembra che il 17enne avesse chiamato la vittima almeno due volte, la mattina dell’omicidio), ma anche capire con chi abbia parlato il giovane subito dopo il delitto.
Poco prima delle 13, a omicidio già avvenuto, O.D.S. sarebbe infatti uscito dall’abitazione per cercare aiuto e procurarsi il carrello che avrebbe usato per spostare il cadavere. Nello stesso lasso di tempo, avrebbe chiamato amici e conoscenti. Ciò che si cerca di chiarire è se qualcuno possa averlo supportato. Ma restano dubbi anche sul movente. Nonostante la sua confessione, nessuna pista, infatti, può essere esclusa. Ieri, 3 luglio, durante il corteo organizzato a Primavalle in ricordo di Michelle, il nonno, Elio Bertoneri, ha ribadito che, secondo lui,
non può aver fatto tutto da solo.
Per il momento il gip, recependo l’impianto accusatorio della Procura, gli ha contestato le aggravanti del vilipendio e dell’occultamento del cadavere. Allo stato attuale il giovane rischia quindi 20 anni di reclusione.