Come dedurre il costo del riscatto della laurea dal modello 730 di dichiarazione dei redditi del 2023? È una delle domande che si fanno i contribuenti che hanno proceduto all’opzione presso l’Inps per avere delle agevolazioni sulla futura pensione, sia in termini di un maggiore importo mensile del trattamento, sia per anticipare l’uscita dal lavoro di qualche anno. A tal proposito, la legge ammette la deduzione dei costi sostenuti purché si faccia attenzione al fatto che la stessa deduzione non operi, già, alla fonte, ovvero da parte del sostituto d’imposta che ne effettui le trattenute sullo stipendio in busta paga. Per questa ragione è necessaria qualche verifica in più da parte del contribuente, in particolare se si tratti di un lavoratore alle dipendenze.

Riscatto laurea, ecco come dedurre il costo dal 730 del 2023

Il costo del riscatto della laurea si può dedurre sul modello 730 della dichiarazione dei redditi del 2023, riferita all’anno di imposta 2022. I contribuenti che abbiano proceduto con l’operazione ai fini di un maggiore importo mensile della propria pensione futura, oppure per aggiungere anni di contribuzione che potrebbero valere per uscire prima dal lavoro, possono agganciare la deduzione fiscale dell’operazione che ne rende ancora più conveniente la valorizzazione degli anni di studi universitari, purché gli stessi anni non siano già coperti da contributi da lavoro. In altre parole, per la valorizzazione dell’operazione, non possono essere imputati agli stessi anni contributi di lavoro e riscatto della laurea.

Fatta questa precisazione, la lettera ), del comma 1, dell’articolo 10, del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir, Decreto del Presidente della Repubblica numero 917 del 1986), ammette la deducibilità senza limiti di importo dei costi sostenuti, volontariamente, per riscattare gli anni di laurea nei confronti dell’Inps. La deducibilità può essere, pertanto, effettuata senza limiti di importo rispetto al reddito complessivo del contribuente.

Riscatto laurea come dedurre il costo dalla busta paga o dalla Certificazione unica

Tuttavia, ciò che il contribuente che effettui una simile operazione deve verificare è che la deducibilità dei costi non fosse già effettuata dal sostituto di imposta in vista dell’abbattimento del reddito da lavoro alle dipendenze. A tal proposito, dunque, l’importo di quanto speso per il riscatto della laurea avrebbe una doppia deducibilità, ragione per la quale è utile fare gli opportuni controlli. Il documento sul quale bisogna prestare la propria attenzione è la Certificazione unica (Cu), in particolare ai punti che vanno dal 431 al 437. Ulteriori verifiche vanno fatte nel riquadro del codice AR della Certificazione unica, dove sono presenti le annotazioni. In entrambe le sezioni del documento può risultare (o meno) che il datore di lavoro, sostituto di imposta, possa aver effettuato alla fonte la deduzione con il trattenimento dello stipendio in busta paga.

Quanto costa valorizzare gli anni di università per la pensione?

Pertanto, nel caso in cui il datore di lavoro abbia già provveduto alla deduzione alla fonte mediante le trattenute di stipendio, il contribuente, nel momento in cui compili il modello 730 del 2023 per la dichiarazione dei redditi riferita al 2022, dovrà evitare di utilizzare nuovamente gli stessi contributi utili per il riscatto della laurea ai fini della deducibilità dal reddito complessivo.

Si ricorda, infine, che il riscatto della laurea ha un costo, per il 2023, pari a 5.776 euro per ogni anno di corso di studi che si intenda riscattare. A tal proposito, il riscatto è agevolato per i lavoratori che rientrino nel sistema previdenziale contributivo, ovvero che abbiano iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Per un corso di laurea di cinque anni, con il riscatto agevolato, si spendono nel 2023 28.882 euro. Il costo del riscatto è, tuttavia, in netto aumento. Infatti, nel 2022 l’onere da pagare all’Inps per l’operazione era di 5.360 euro per ogni anno di studi del proprio corso di laurea. L’aumento dallo scorso anno è stato, pertanto, di oltre 400 euro per ogni anno universitario da valorizzare.