L’entità delle tasse versate a giugno 2023 dagli italiani è stata decisamente significativa, secondo una stima dell’Ufficio Studi della CGIA. Tra varie tasse come l’IRPEF, l’IVA, l’IRES, l’IMU, l’IRAP, e altre, l’importo totale si è attestato a 63,9 miliardi di euro, una somma versata nel corso in questo mese, notoriamente quello più denso di scadenze fiscali assieme al mese di novembre, alle casse dello Stato.
Tasse giugno 2023: il vero problema è la burocrazia
Infatti, il mese di giugno, insieme a novembre, rappresenta uno dei mesi più impegnativi dal punto di vista fiscale, con molte scadenze concentrate in questo periodo. Tuttavia, l’onere non si limita all’importo dovuto: la complessità del sistema tributario italiano è un ostacolo notevole. Infatti, sia professionisti come commercialisti ed esperti fiscali, che imprenditori di piccole dimensioni, stentano a destreggiarsi tra le 80 scadenze annuali che devono rispettare.
La difficoltà nell’onorare questi impegni si acuisce a causa dell’attuale rallentamento economico, con la disponibilità di liquidità in diminuzione e i tempi di pagamento e il credito bancario che diventano sempre più restrittivi.
Le statistiche elaborate dalla Banca Mondiale indicano che gli imprenditori italiani passano circa 30 giorni all’anno, o 238 ore, a gestire le loro responsabilità fiscali. Questo include la raccolta di informazioni, la compilazione e la presentazione delle dichiarazioni dei redditi, e il pagamento delle tasse. A confronto, in Francia, Spagna e Germania sono necessarie rispettivamente 17, 18 e 27 giornate, mentre la media dell’area Euro è di 18 giorni.
Misure per ridurre l’onere fiscale
L’Ufficio Studi della CGIA ha evidenziato però anche una buona notizia, ricordando come un recente decreto abbia introdotto una riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila euro lordi, aumentando la riduzione dal 3% al 7% per stipendi fino a 25 mila euro, e dal 2% al 6% per retribuzioni tra 25 e 35 mila euro. Questa misura temporanea, che beneficia oltre 13,5 milioni di lavoratori del settore privato, è entrata in vigore a giugno e terminerà alla fine dell’anno.
Tasse giugno 2023: i versamenti nel dettaglio
Nel mese di giugno, l’onere fiscale più gravoso è stato quello delle ritenute Irpef dei dipendenti e collaboratori, che hanno raggiunto i 13,9 miliardi di euro. Altrettanto ingenti sono stati i pagamenti dell’IVA da parte di imprese e lavoratori autonomi (13 miliardi di euro) e il saldo 2022 e l’acconto 2023 dell’IRES (12,7 miliardi di euro). Tuttavia, questi non sono stati gli unici costi fiscali significativi.
L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) ha generato un onere di 8 miliardi di euro, mentre le imposte indirette, tra cui l’accise sui carburanti e l’IVA sulle importazioni, hanno contribuito per altri 6 miliardi di euro. Le ritenute sugli interessi, i dividendi e altre forme di reddito da capitale hanno raggiunto i 2 miliardi di euro.
Per quanto riguarda le imposte locali, l’IMU e la TASI hanno avuto un impatto significativo sul bilancio delle famiglie e delle imprese, con un totale di 4 miliardi di euro.
In un momento delicato dal punto di vista economico, il peso di questi oneri fiscali può essere certamente un problema per molte famiglie e imprese. L’obiettivo conclamato da associazioni e imprese è far sì che il governo riesca a bilanciare la necessità di raccogliere entrate con l’importanza di mantenere un ambiente di business competitivo e di garantire la giustizia sociale. Questo può richiedere riforme fiscali, incentivi per le imprese e politiche di sostegno per le famiglie a basso reddito.
Pressione Fiscale in UE: il posizionamento dell’Italia rispetto agli altri Paesi
Nell’Unione Europea, l’Italia vanta uno dei carichi fiscali più elevati, come evidenziato dalla CGIA. Con un peso fiscale che ha raggiunto il picco del 43,5% del Pil nel 2022, l’Italia si piazza al terzo posto tra i 27 stati dell’UE. Solo Francia e Belgio hanno mostrato un carico fiscale superiore, con rispettivamente il 47,7% e il 45,1% del Pil. La Germania, con una pressione fiscale del 41,9%, ha conquistato il nono posto, mentre la Spagna si è collocata al dodicesimo con il 38,5%. La media dei paesi dell’area dell’Euro si è attestata al 41,9%. Tuttavia, non è solo la quantità di tasse che posiziona l’Italia in una situazione unica: assieme al Portogallo, il paese si distingue come uno dei luoghi in cui il pagamento delle tasse è particolarmente arduo, specialmente per le imprese.