L’Acquapark di Limbiate, in Brianza, ospiterà il prossimo sabato una festa in piscina aperta alla sola partecipazione di donne di fede musulmana. L’evento, definito dagli stessi organizzatori come Hijab-Friendly ha suscitato però numerose polemiche. Nell’intenzione di Bahja Bahja, associazione promotrice dell’evento, la giornata in piscina sarà per le donne di fede islamica un’occasione per potersi rilassare e divertire lontane dagli sguardi indiscreti degli uomini. Per favorire la privacy delle donne musulmane, infatti, nel luogo dell’evento saranno vietate riprese video da parte delle partecipanti e saranno disattivate le telecamere di sorveglianza.

Proprio questo ultimo punto, però, non è piaciuto a tutti. L’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri, appreso dell’evento, si è infatti duramente scagliata contro la volontà degli organizzatori di vietare qualsiasi forma di ripresa, non comprendendo le ragioni di tale scelta.

Acquapark musulmano in Brianza, Tovaglieri (Lega): “Non comprendo le modalità di un evento incompatibile con l’integrazione”

L’organizzazione di una festa riservata alle sole donne musulmane in Brianza presso l’Acquapark di Limbiate continua a far discutere. Nell’intenzione degli organizzatori, infatti, l’evento ha il fine di regalare una giornata di completo relax alle donne di fede islamica che potranno riunirsi in un’occasione a loro dedicata a pochi giorni dal termine della festa di Eid Al Adha.

Di diversa opinione, invece, l’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri che, denunciando l’evento, ha parlato di vera e propria segregazione delle donne musulmane. A non convincere Tovaglieri, in particolare, la volontà dei promotori di ostacolare qualsiasi forma di controllo video sul party, come spiegato dalla stessa in questa intervista esclusiva realizzata da TAG24.

Onorevole Tovaglieri, come ha appreso di questa iniziativa?

“Mi è stata segnalata, dato che sui social giravano dei contenuti pubblicitari che promuovevano questo evento”.

Per quali motivi questo evento in piscina, dedicato alle sole donne musulmane, non la convince?

“Ritengo che questa iniziativa sia concettualmente sbagliata. Nel momento in cui si parla così fortemente di integrazione non ci si può misurare con iniziative che vanno nella direzione opposta. Possiamo trincerarci dietro qualsiasi scusa e far finta di non notare l’elefante in salotto. Possiamo dire che non c’è nulla di male e che si tratta di un evento privato, anche se di fatto si svolge all’interno di un esercizio pubblico. Se io domani mattina apro un bar non posso decidere di servire da bere soltanto ai cattolici. Si tratta di qualcosa di incompatibile con le regole della condivisione. E poi ho forti dubbi sulle modalità con cui l’evento viene propagandato”.

A cosa fa riferimento?

“Nella promozione dell’evento si dice chiaramente che non sarà concesso l’utilizzo dei cellulari per video e foto. Ma non solo: saranno addirittura stoppate le telecamere di sorveglianza, garantendo inoltre che il luogo è isolato da palazzi alti che si possano affacciare. Allora mi chiedo, o devono fare qualcosa di illecito – ma non penso sia il caso – oppure abbiamo un problema.

Se io domani voglio organizzare un party privato non sento il bisogno di tutte queste limitazioni. Sappiamo però che c’è una parte integralista nell’Islam che non vuole assolutamente che le donne siano viste mentre si divertono. Io ho avuto modo di confrontarmi con donne islamiche che trovano assurda questa iniziativa, perché nemmeno nei paesi dell’Arabia Saudita avvengono cose del genere”.

Crede ci possa essere anche un problema di sicurezza per queste donne in assenza di telecamere?

“Lo ripeto, non capisco perché occorra sospendere la video sorveglianza per divertirsi. O c’è qualcosa di illecito o le donne non vogliono essere riprese perché evidentemente non possono. In questo caso avremmo un problema ben più ampio che è impossibile tollerare”.

Leggendo i commenti sotto la pagina dell’evento sembra che molte donne di fede islamica siano entusiaste dell’iniziativa. Crede che però il concetto rimanga comunque sbagliato?

“La domanda che dobbiamo porci è se queste donne ritengono di potersi divertire in questo evento e non in altre occasioni, con la presenza di persone non musulmane. Se le cose stanno così, capisco siano contente: lo sarei anche io nella loro posizione. Però cerchiamo di buttare un po’ più in là lo sguardo. Anche fossero contente, la domanda comunque rimane: perché vietare le telecamere di sorveglianza?”.

Bahja Bahja, che ha organizzato l’evento, ha ringraziato la Lega per la pubblicità fatta con questa polemica. Cosa ne pensa?

“Guardi, io supporto la causa di tutte quelle donne iraniane che che sono morte per bruciare il velo. E ovviamente rispetto al 100% la scelta libera e consapevole delle donne musulmane che lo indossano. Però, senza ipocrisie, non possiamo dire che tutte le donne che indossano il hijab lo facciano per loro decisione. Non possiamo negare la realtà di chi purtroppo subisce un’imposizione. Che ci siano donne che supportino questo evento è indubbio, ma allo stesso tempo sappiamo che ci sono donne assolutamente integrate che giudicano questa iniziativa come fuori dal tempo”.

In riferimento alla Lombardia, crede ci sia un buon livello di integrazione con le comunità di fede islamica?

“Ovviamente dipende, ci sono zone dove c’è piena integrazione. Ma ci sono anche tanti casi mancati. Non a caso questo evento sta raccogliendo adesioni un po’ da tutto il Nord-est, probabilmente da situazioni dove le donne vivono l’Islam in maniera più radicale. Non dobbiamo far finta di non vedere queste situazioni: pensiamo al caso di Saman Abbas, la quale voleva vivere secondo gli usi europei e per questo è stata uccisa dalla sua stessa famiglia. È chiaro che qui l’integrazione non si era realmente compiuta. Io credo che accettare queste manifestazioni non sia un grande servizio nei confronti di tutte quelle ragazze che, come Saman, desiderano altro per la loro vita”