Una straordinaria scoperta di 300 000 anni fa quella avvenuta sul fiume Po, a Monticelli d’Ongina. È stato ritrovato il cranio di un Homo Sapiens arcaico risalente al Paleolitico. ‘Acamar’, il nome scelto per il cranio umano, deriva da quello dell’omonima stella ed è stato trovato grazie alla magra eccezionale del fiume Po.
Po cranio homo sapiens: “La datazione è ancora incerta”
La scoperta risale a settembre 2022, ma non è stata divulgata perché era in fase di studi. “Acamar’ è stato ritrovato a Isola Serafini da Davide Persico, professore di Paleontologia dell’Università di Parma e sindaco di San Daniele Po (Cremona) che definisce questo ritrovamento:
“Una scarica di adrenalina incredibile, un’emozione, anche perché avvenuta in modo del tutto casuale”. Eravamo impegnati in un’escursione per l’osservazione del fiume. Ho segnalato immediatamente il ritrovamento alla sovrintendenza archeologica e faremo studi approfonditi – ha spiegato Persico -. La datazione è ancora incerta perché devono essere effettuati tutti gli studi necessari, ma è sicuramente arcaico e ritengo possa risalire al paleolitico. Venerdì 7 luglio il reperto sarà portato a Ravenna per le prime indagini, genetiche e con il Carbonio 14“.
Come racconta Persico, il cranio era seminascosto dalla ghiaia, nel punto dove il Po incrocia l’Adda, nel tratto al confine tra Cremonese e Piacentino.
Il sindaco di Monticelli d’Ongina, Gimmi Distante: “Orgoglioso per questo ritrovamento”
Il sindaco di Monticelli d’Ongina, Gimmi Distante, non nasconde l’entusiasmo per un ritrovamento:
“Grazie al Po che si alza e si abbassa vengono ancora alla luce i segni del passato. Ne siamo molto orgogliosi, perché questi reperti presenti sul nostro territorio vanno ulteriormente a valorizzare la zona. Nel nostro ramo di Po confluiscono opere importanti, dalla risalita dei pesci alla conca di navigazione, e i continui ritrovamenti di fossili appartenenti ad ere diverse impreziosiscono ancora di più le nostre rive. Ora è stato avviato un iter burocratico che comprenderà anche approfonditi studi”.