Iniziano le grandi manovre in vista delle elezioni europee del 2024. I partiti politici si muovono e si riposizionano alla ricerca, ognuno del suo, di un centro di gravità permanente. La situazione coinvolge anche i partiti politici italiani che, ormai ben fuori dal clima di luna di miele, sono tornati a ponderare scelte che tengano conto non solo della tenuta dell’esecutivo ma anche della tenuta propria. Alla ricerca, ognuno, di un vantaggio competitivo volto a creare le condizioni per ottenere un buon risultato alle elezioni. I movimenti principali, per quanto concerne il fronte interno, riguardano il centrodestra. Nello specifico, la Lega e Forza Italia.

L’asse con Parigi

In casa carroccio c’è un asse che porta, con un viaggio a velocità diretta, a Parigi. Matteo Salvini, infatti, sta lavorando per rinsaldare l’intesa con Marine Le Pen. I leader di Lega e Ressemblement National avevano fissato un vertice per oggi che, per via delle tensioni dovute alle proteste di piazza in corso in Francia, è stato posticipato e ripensato: sarà una videochiamata e si terrà questo pomeriggio. L’obiettivo è chiaro: rinsaldare l’asse del gruppo dei conservatori europei in vista delle elezioni europee. Da capire la posizione di Giorgia Meloni che, ormai alla guida del governo italiano, dovrà gioco forza rivedere alcune posizioni. Difficilmente, infatti, potrà enucleare il suo partito all’interno di un’alleanza che comprende, tra gli altri, l’Ungheria di Viktor Orban. La Premier ha altri programmi e sogna una convergenza tra popolari e conservatori. Nel frattempo, Antonio Tajani ha già fatto sapere volersene tirare fuori.

Forza Italia dice no a Le Pen

Le elezioni europee saranno un banco di prova importante per Forza Italia: il primo grande appuntamento elettorale dopo la scomparsa del fondatore e Presidente, Silvio Berlusconi. Il partito forzista è chiamato a fare bene per dare un segnale al mondo politico: Forza Italia va avanti, anche senza il Cav. Sondaggi alla mano si ravvede il rischio di un lento declino visto che, come riporta una rilevazione YouTrend/Quorum, dopo una iniziale crescita di consenso dovuta all’immediato post mortem di Berlusconi, il partito è tornato sulle percentuali di un mese fa. Il Vicepremier Tajani, traghettatore fino al nuovo congresso e potenziale nuovo leader di Forza Italia, ha quindi optato per una posizione netta che si aggancia allo spirito moderato e liberale che Berlusconi ha sempre cercato di imprimere. Ecco perché ha voluto, anzitempo, tagliare ogni possibile collegamento con il progetto della Lega. Le sue parole:

Voglio essere molto chiaro, sono anche vicepresidente del Ppe: per noi è impossibile qualsiasi accordo con Afd e con il partito della signora Le Pen. La Lega è cosa ben diversa. Saremmo lieti di avere la Lega parte di una maggioranza, ma senza Le Pen e Alternative Fur Deutschland.

Le Lega reagisce: “No ai diktat”

Pronta la risposta della Lega che si è detta, tramite le sue voci, sorpresa per le parole dette da Antonio Tajani. Marco Zanni e Marco Campomenosi, rappresentanti della Lega al Parlamento Europeo, hanno detto in una nota:

Davvero l’amico Tajani preferisce continuare a governare con Pd, Socialisti e Macron? La Lega lavora per cambiare la maggioranza in Europa e dare vita, finalmente, a un progetto di centrodestra unito, capace di dare risposte concrete ai cittadini dopo anni di mal governo delle sinistre. Non è il momento dei diktat, né di decidere a priori chi escludere dal progetto di centrodestra europeo, tanto più se questo arriva da chi fino a oggi è stato a braccetto di Pd e socialisti in Ue. Chiediamo più rispetto per i colleghi del gruppo Id: è proprio grazie ai voti dei nostri alleati francesi del RN e tedeschi di AfD – si rimarca – se, insieme al Ppe, siamo riusciti a respingere l’ultima eurofollia green non più tardi della scorsa settimana. Ci rifiutiamo di pensare che qualcuno che si definisce ‘di centrodestra’ possa preferire Macron e le sinistre alla Le Pe.

E ancora:

Il percorso indicato da Matteo Salvini è l’unica alternativa possibile: altrimenti, forse qualcuno nel Ppe vuole illudere gli elettori fingendo di cercare un’altra strada ma, di fatto, continua a scegliere di governare un continente secondo l’agenda dettata da sinistre illiberali, nemiche di industria e lavoro, che fomentano le piazze in Francia e in Belgio.

Il fuoco amico tra Lega e Forza Italia è appena iniziato e rischia di portare maretta anche dentro il governo. Giorgia Meloni dovrà lavorare ai fianchi, per evitare ripercussioni pericolose.