Si parla di nuovo di settimana corta nel nostro Paese: l’obiettivo è combattere le emissioni nocive. Il governo sta infatti riconsiderando l’implementazione della settimana lavorativa ridotta per contribuire a contrastare l’inquinamento. Tale pratica, già adottata in diverse nazioni, è rara nel contesto italiano, con solo pochi esempi notevoli come Intesa Sanpaolo, che ha optato per una settimana lavorativa di quattro giorni per i propri dipendenti.

Settimana corta per salvare il pianeta: governo al lavoro

Il governo italiano ha recentemente delineato nuove proposte nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), favorendo un’adozione più ampia della settimana lavorativa ridotta e dello smart working. La mossa è in linea con gli sforzi per ridurre l’inquinamento, in quanto limiterebbe gli spostamenti, una delle principali cause di emissioni.

Molti contributi all’inquinamento, infatti, derivano dai trasporti. Per questa ragione, il governo sta considerando misure per ridurre non solo il traffico, ma anche gli spostamenti non necessari. Nel contesto del PNIEC, il governo italiano ha sottolineato l’importanza dello smart working e della settimana lavorativa ridotta proprio come strumenti atti limitare le emissioni. Le politiche governative future potrebbero favorire queste pratiche per incentivare un passaggio dal trasporto privato a quello pubblico, in modo da limitare gli spostamenti.

Attualmente, queste proposte restano degli obiettivi generali, e le opinioni sul lavoro agile differiscono all’interno del governo.

L’Italia e gli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE

Il governo italiano sta cercando di raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea, in particolare per i “settori non ETS”, che includono trasporti ed edilizia. L’UE richiede una riduzione del 43,7% delle emissioni rispetto ai livelli del 2005. Al contrario, le previsioni italiane indicano una riduzione del 28,6% entro il 2030, pari a 98 milioni di tonnellate di CO2.

Per raggiungere questi obiettivi, il governo italiano sta cercando di incentivare un uso più diffuso dei trasporti pubblici e delle auto elettriche. Ma queste misure da sole non basteranno, e qui entrano in gioco le politiche di smart working e la settimana lavorativa ridotta.

Settimana corta e smart working: le soluzioni

Il governo sta puntando alla digitalizzazione del Paese, cercando anche di promuovere lo smart working e l’adozione della settimana lavorativa ridotta. Questa misura permetterebbe ai lavoratori di lavorare un giorno in meno a settimana mantenendo lo stesso numero di ore lavorate.

Tuttavia, non è l’ottimizzazione dell’aspetto professionale l’obiettivo principale della politica. Le proposte del governo per l’implementazione della settimana lavorativa ridotta e dello smart working non mirano ad aumentare la produttività o a migliorare l’equilibrio tra vita lavorativa e privata, ma piuttosto a ridurre gli spostamenti e, di conseguenza, le emissioni.

Il punto di vista dei sindacati e delle imprese sulla settimana corta

Le organizzazioni sindacali e le imprese hanno opinioni diverse sulle proposte del governo. Da una parte, Confindustria esprime cautela, sottolineando che lo smart working potrebbe limitare alcune attività. Dal canto loro, i sindacati sostengono la sperimentazione della settimana lavorativa ridotta, a condizione che vengano mantenuti i livelli di produttività.

Dal Regno Unito al Portogallo: due esempi

La riduzione dell’orario di lavoro senza diminuzione del salario, un’idea che può sembrare utopica, sta dimostrando di essere attuabile e vantaggiosa in diverse parti del mondo, Italia compresa. Sperimentazioni del “modello 100:80:100”, che prevede di lavorare l’80% delle ore mantenendo il 100% dello stipendio e della produttività, stanno rivelando risultati sorprendentemente positivi. In Gran Bretagna, 70 aziende hanno adottato questo modello con successo, con il 49% che ha visto un miglioramento della produttività e quasi tutte le restanti che hanno raggiunto l’obiettivo di mantenerla invariata. Il 90% delle aziende partecipanti desidera continuare con questo modello.

Esperimenti simili si stanno diffondendo globalmente, incluso in Portogallo, dove 39 aziende private stanno attualmente testando una settimana lavorativa di 4 giorni. L’Islanda ha già avviato un esperimento simile con successo tra il 2015 e il 2019. Anche in Italia, come accennato all’inizio, Intesa Sanpaolo sta conducendo un esperimento in tal senso, introducendo l’opzione di lavorare fino a 120 giorni all’anno in smart working e quattro giorni a settimana in ufficio, mantenendo inalterato il monte ore.

I benefici di questa strategia sono notevoli, non solo in termini di produttività delle aziende, ma anche per il benessere dei lavoratori e l’ambiente. Ridurre le ore lavorative del 10% potrebbe portare a una riduzione dell’8,6% delle emissioni di CO2, secondo uno studio condotto in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. In conclusione, questa potrebbe essere una soluzione efficace per affrontare la crisi attuale e promuovere lavori di qualità.