La potenziale adesione dell’Ucraina alla Nato costituisce una minaccia per la Russia, anche se la guerra in corso impedisce a Kiev di essere accettata: è l’opinione di Dmitry Medvedev.

Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo si è espresso sulle pagine del quotidiano statale Rossiyskaya Gazeta. L’articolo è stato pubblicato domenica 2 luglio.

Noi abbiamo sempre chiesto solo una cosa: di tenere conto delle nostre preoccupazioni e di non invitare le ex parti del nostro Paese nella Nato. Soprattutto quelli con cui abbiamo dispute territoriali.

Guerra, Medvedev: “obiettivo” Russia è “eliminare la minaccia di adesione Ucraina alla Nato”

L’ex presidente russo ribadisce come “eliminare la minaccia dell’adesione dell’Ucraina alla Nato” sia un autentico “obiettivo” per la Russia.

Un conflitto che la Russia sarebbe disposta a rendere permanente l’attuale conflitto: Medvedev precisa come si tratti di “una questione di esistenza della Russia”. Ancora nessuna apertura, dunque, in vista di un possibile accordo di pace, nonostante la visita del cardinale Matteo Zuppi, giunto a Mosca su espressa volontà di Papa Francesco.

Rientrato in Italia, l’arcivescovo di Bologna ha sottolineato come la sua missione di pace si sia mossa soprattutto “sul piano umanitario”, a cominciare da quello dei bambini, “una delle richieste più appassionate che le autorità di Kiev hanno rivolto alla Chiesa”.

A proposito dei bambini Grigory Karasin, capo del comitato internazionale del Consiglio della Federazione russo, cita i minori trasferiti dall’Ucraina alla Russia. E lo fa parlando, più che di rapimenti, di bambini che “hanno trovato rifugio” in Russia.

Negli ultimi anni 700.000 bambini hanno trovato rifugio da noi, fuggendo dai bombardamenti delle zone di conflitto in Ucraina.

Le parole di Karasin sul suo canale Telegram, citato dal Guardian, riportano sempre più l’attenzione sulla missione del cardinale Zuppi. Il ministro degli Esteri russo Lavrov aveva sottolineato come, se questi bambini hanno genitori o parenti diretti, “hanno tutto il diritto” di tornare a casa.

Il bilancio dell’ultima settimana: eliminati più di 5000 soldati russi e 150 sistemi di artiglieria

Nel frattempo non si placa il botta e risposta tra i due eserciti in campo. In una settimana le forze di difesa dell’Ucraina hanno eliminato circa 5.000 soldati russi e distrutto 154 sistemi di artiglieria. Lo ha svelato il primo viceministro della Difesa dell’Ucraina, il tenente generale Oleksandr Pavliuk, su Telegram.

Dal 26 giugno al 2 luglio, le forze di difesa dell’Ucraina hanno eliminato circa 5.030 militari nemici.

L’esercito di Mosca ha anche perso 22 carri armati, 82 veicoli corazzati da combattimento, 154 sistemi di artiglieria, 13 sistemi di razzi a lancio multiplo, 5 sistemi di difesa aerea, 81 unità di veicoli a motore e 31 unità di equipaggiamento speciale. Abbattuti infine un aereo nemico – un caccia russo -, due missili e 85 droni.

Dal canto loro, i combattenti del Cremlino hanno colpito ieri nel Donetsk, sparando sulla città di Kostyantynivka. Lo ha rivelato Oleksiy Roslov, capo dell’amministrazione militare della città del Donetsk. Due persone sono rimaste coinvolte nel raid: sei abitazioni private e un complesso agricolo sono stati danneggiati.