Accadde oggi, 3 luglio 1992: Tangentopoli, l’ammissione di Craxi. Sono passati esattamente 31 anni da quel giorno. Da quando l’allora leader del PSI, in piena Tangentopoli, parlò alla Camera dei deputati del finanziamento illecito ai partiti in Italia, ammettendone pubblicamente l’esistenza. Lo ammise precisando che era una pratica diffusa e che interessava tutti i partiti dell’epoca.

Accadde oggi, 3 luglio 1992: Tangentopoli, l’ammissione di Craxi

Quello fu il penultimo discorso di Craxi in Parlamento prima dell’altro storico intervento del 29 aprile 1993. Un intervento che poi portò alla mancata autorizzazione a procedere nei confronti del leader socialista e al conseguente assalto dell’Hotel Raphael, quando una folla inferocita lanciò di tutto contro il segretario del PSI. Bettino Craxi, nato a Milano il 24 febbraio del 1934 e morto il 19 gennaio del 2000 ad Hammamet in Tunisia, dove si era rifugiato proprio per sfuggire ai processi legati all’inchiesta “Mani Pulite”.

La storia di Bettino Craxi

Dirigente della gioventù socialista, membro del comitato centrale del PSI dal 1957 ed esponente della corrente autonomista, Craxi entrò nella direzione del partito nel 1965 e fu tra i promotori dell’unificazione tra socialisti e socialdemocratici; deputato dal 1969 e vicesegretario del PSI dal 1970. Nel luglio del 1976, Bettino Craxi venne eletto segretario del Partito Socialista Italiano. Da leader del partito portò avanti una linea rivolta al rafforzamento del ruolo autonomo del PSI, specialmente verso il Partito Comunista Italiano, contro il quale fu in aperta polemica al fine di “riequilibrare” le forze della sinistra. Nel contempo strinse un’alleanza spesso conflittuale con la Democrazia cristiana.

Craxi Presidente del Consiglio e il tramonto politico

Dall’agosto 1983 al marzo 1987, Craxi guidò consecutivamente due governi di coalizione tra DC, PSI, PSDI, PLI e PRI, il famoso pentapartito. Coinvolto nelle inchieste giudiziarie su Tangentopoli, nel febbraio del 1993 si dimise da segretario del PSI. Come ricordato in precedenza, nell’aprile dello stesso anno, in uno storico discorso alla Camera in occasione delle richieste di autorizzazione a procedere nei suoi confronti, Craxi riconobbe il finanziamento illecito dei partiti, ma estese le responsabilità del fenomeno a tutto il sistema politico, deprecando il “processo di criminalizzazione dei partiti e della classe politica”. Per sfuggire ai processi, Craxi si rifugiò in Tunisia nel 1994 dove morì 6 anni dopo.