La svolta nel caso della morte di Gianmarco “Gimmy” Pozzi, il giovane campione di kickboxing di 28 anni, sembra essere arrivata: e la soluzione potrebbe trovarsi su una carriola, l’oggetto più improbabile, su cui forse fu trasportato il cadavere. Dopo mesi di indagini e incertezze, gli inquirenti sembrano aver finalmente trovato una prova chiave. Nel corso di recenti ricerche, è stata scoperta una carriola abbandonata in un campo vicino al luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere di Pozzi. Questo ritrovamento potrebbe essere fondamentale per l’inchiesta in corso, che al momento non ha ancora individuato nessun indagato.
Omicidio di Gianmarco Pozzi, la carriola su cui fu trasportato il cadavere potrebbe essere la “prova regina” per risolvere il caso
Secondo quanto riferito, diversi mesi dopo la tragica morte di Pozzi, un testimone anonimo (la cui identità è protetta dal massimo riserbo) ha raccontato di aver visto tre persone trasportare un uomo avvolto in un telo nero all’interno di una carriola proprio la notte del dramma. Questa testimonianza, fino ad ora priva di riscontri, sembra ora trovare conferma nella scoperta della carriola coperta dalle sterpaglie in prossimità del luogo del delitto.
Gli inquirenti sperano che la carriola possa contenere tracce fondamentali per far luce sull’omicidio di Pozzi. I carabinieri del Ris si occuperanno di analizzare attentamente il veicolo alla ricerca di prove e indizi, tra cui il DNA per confermare se il corpo ritrovato nella carriola appartiene effettivamente al giovane campione. In particolare, si spera che le maniglie della carriola possano conservare le impronte digitali dei presunti responsabili.
L’avvocato della famiglia Pozzi, Fabrizio Gallo, il quale si è sempre impegnato per far emergere la verità sulla morte del giovane, ha dichiarato: “L’inchiesta fino ad oggi ha preceduto a singhiozzo. Ora ci auguriamo in un cambio di passo. Ci aspettiamo l’esito degli esami in pochi giorni“. La famiglia Pozzi attende con ansia i risultati degli esami, sperando che finalmente si possa fare giustizia per Gianmarco.
La pista della droga
Fin dalle prime ore della scoperta del corpo di Pozzi, la morte del giovane campione è stata avvolta da un mistero. Inizialmente, si pensava che si trattasse di un tragico incidente, una caduta accidentale. Tuttavia, una perizia successiva ha rivelato che Pozzi è stato ucciso dopo essere stato brutalmente picchiato. Questa rivelazione ha sollevato numerose domande sulla motivazione di un tale atto di violenza. Una possibile spiegazione potrebbe essere legata a un’operazione di traffico di droga tra Roma e Ponza, in cui si era ipotizzato il coinvolgimento di Pozzi. È possibile che il giovane campione sia stato vittima di una ritorsione o di uno scambio di persona.
La versione degli inquilini: nuovi misteri sulla morte di “Gimmy”
Oltre alla scoperta della carriola, ci sono altri elementi che potrebbero gettare luce sulla morte di Pozzi. Durante la sua permanenza a Ponza, il giovane ha condiviso una casa con altre tre persone, e uno degli inquilini ha dichiarato di aver visto Pozzi allontanarsi dalla casa in preda alle allucinazioni dopo aver assunto droga. Tuttavia, l’appartamento di Pozzi è stato trovato in uno stato di perfetta pulizia, aggiungendo ulteriori ombre al mistero che circonda il suo omicidio.
Il caso di Gianmarco Pozzi sembra anche intrecciarsi con un’indagine sul traffico di droga sull’isola di Ponza. Alcune persone coinvolte nel giro di stupefacenti conoscevano Pozzi e il suo nome appare anche nelle intercettazioni. Questo potrebbe aprire ulteriori scenari e portare a nuove direzioni nelle indagini. Il testo dell’intercettazione mette i brividi:
“Alessio, se io so qualcosa e tu centri qualcosa con la morte di Gianmarco, tu da Ponza è meglio che scappi. Perché ti veniamo a prendere dove stai“