Mentre la terra sotti i piedi di Sgarbi piano piano crolla, anche il presidente del Maxxi cede e si dissocia dalle sparate del sottosegretario alla cultura, durante un evento nel museo romano, e chiede scusa.

Il giorno dopo lo show bufera di Vittorio Sgarbi, il 22 giugno, i dipendenti del Maxxi avevano scritto al presidente, Alessandro Giuli (noto giornalista di destra), di non condividere in nessun modo quanto detto dal sottosegretario, sottolineando come siano lontani dalla vision del museo di Roma.

Con rammarico sentiamo di rappresentarle il nostro dispiacere per i contenuti degli interventi del sottosegretario Sgarbi che in nessun modo collimano con i valori che da sempre hanno contraddistinto il nostro lavoro all’interno di questa istituzione, luogo di cultura libera, inclusiva e critica nei confronti di pregiudizi e luoghi comuni.

Nella lettere, privata, inviata a Giuli i dipendenti – contattati anche dall’Ansa – comunque non hanno mai messo in discussione il ruolo del presidente. Tanto che ne hanno voluta inviare un’altra per ribaadire che le loro non erano parole di “sfiducia”.

“Gentile presidente, in aggiunta a quanto espresso nella nota del 22.06 relativamente alla serata inaugurale di Estate al MAXXI, ci teniamo a precisare che in nessun modo le nostre parole erano intese come atto di sfiducia nei confronti della presidenza della Fondazione, piuttosto erano volte a consolidare il dialogo costruttivo e aperto. Nel rinnovarle la piena fiducia, cogliamo l’occasione per ringraziarla del confronto e del tempo che ci ha dedicato”.

Maxxi, Giuli sull’intervento di Sgarbi: “Non c’è posto per turpiloquio e sessismo”

Il presidente ha quindi cercato di mettere una pezza e placare gli animi. Giuli si è distaccato dall’intervento di Sgarbi, attaccandolo tra le righe, e sostenendo che non c’è posto per “turpiloquio e sessismo”. Il giornalista si accoda così a quanto detto poche ore prima dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

“Non ho alcuna difficolatà a dirmi rammaricato e a chiedere scusa anche alle dipendenti e ai dipendenti del Maxxi, con i quali fin dall’inizio ho condiviso questo disagio. Scuse che il Maxxi fa a se stesso innazitutto, e a tutte le persone che si sono sentite legittimamente offese da una serata che doveva andare su un altro binario. Non me la aspettavo tutto nasceva da presupposti diversi. Doveva essere una libera e mite conversazione tra un artista e un sottosegretario, ma ha preso una piega diversa di fronte alla quale io, per quanto possibile, ho cercato di contenere gli esiti di quel possibile disagio che poi ne è nato”.

Il presidente del museo, ha detto al Tg1, sottoscrive “convintamente e completamente le osservazioni del ministro Sangiuliano, e cioè il turpiloquio e il sessismo non possono avere diritto di cittadinanza nel discorso pubblico e in particolare nei luoghi della cultura”.

Righini, produttore del Festival delle Rose Rosse di Cascia attacca Sgarbi

Anche da Cascia sono arrivate parole dure nei confronti di Sgarbi. Il produttore del Festival delle Rose Rosse, Diego Righini, ha lanciato un attacco alla conversazione tra Morgan e il sottosegretario: “Le frasi infelici sentite al MAXXI confermano l’utilità del Festival delle rose rosse di Cascia come rassegna del valore delle donne nella società internazionale”.