Una battaglia d’identità e di fermezza per una diversa idea di mondo quella presentata dal ministro dell’agricoltura Lollobrigida nel suo intervento alla rassegna Fenix organizzata a Roma da Gioventù Nazionale.
“Siamo un governo diverso da quelli che ci hanno preceduto, garantiamo stabiulità. Noi dobbiamo togliere dallo scontro politico l’interesse nazionale, quello delle nostre imprese e dei nostri principi. Oggi in Europa siamo riconoscibili come lo sono le altre economie forti del Pianeta“.
Il ministro si riferisce in maniera neanche troppo velata al Partito Democratico che secondo l’esponente del governo Meloni quando ha governato “non ha mai fatto gli interessi dell’Italia”.
Per l’Italia la missione di garantire il cibo ‘buono’ a tutti
Per il Ministro dell’agricoltura la missione è chiara ed è stata individuata in una visione diversa da chi vorrebbe il mondo del cibo governato da multinazionali votate alla standardizzazione del cibo globale. L’Italia e il suo governo si impegneranno per produrre cibo ‘buono’.
“Noi non ci chiediamo come nutrire tutti, ma come farlo con cibo buono. Si stanno sviluppando due visioni del mondo, una che prevede cibo uguale e standard per tutti come vogliono le multinazionali. Poi ci siamo noi italiani, una delle nazioni più longeve del mondo che siamo per la qualità e la bontà del cibo”.
Non cibo per tutti ma cibo buono per tutti. Un assunto che il ministro Lollobrigida ci tiene a sottolineare e che però contrasta con le nuove normative europee che vorrebbero garantire la qualità attraverso tabelle, per niente convincenti per le istituzioni italiane.
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Il ministro attacca il sistema ‘Nutri-score’
Per il ministro il problema principale è il sistema ‘Nutri-score’. Un sistema di etichettatura che secondo il ministro spersonalizza la scelta del consumatore.
Nutri-score per Lollobrigida non pone al centro come “elemento la qualità ma solo un’etichettatura che parametra il cibo, in base ad un algoritmo, ad un elettrodomestico o una lavatrice“.
“Sul mondo dell’agricoltura in particolare siamo riusciti a creare relazioni trasversali. Serve continuità nella difesa del sistema Italia, a prescindere da chi vince le elezioni. Questo garantisce una stabilità su alcuni principi, come accade in altre nazioni”.
Lo stesso ministro spiega come proprio il nostro modo di fare, il nostro brand gastronomico, il cosidetto ‘Italian sounding’ sia in pericolo. Perché ricopiato senza rispettare parametri produttivi e di qualità, mettendo a rischio la nostra industria alimentare.
“Vorremmo difendere questo valore che molti, purtroppo, tentano di copiare, non nei contenuti ma solo nella forma. L’Italian sounding rappresenta un richiamo all’italianità che però non corrisponde alla qualità che, invece, i nostri prodotti possono dare alle persone. Difendiamo il Sistema Italia informando, raccontando cosa c’è dietro un prodotto realizzato in Italia. Anche oggi, alla FAO, spiegherò che difenderci dall’Italian sounding significa tutelare le nostre produzioni”.