Luiz Inacio Lula da Silva, presidente del Brasile in carica da gennaio, ha rilasciato la prima dichiarazione sulla condanna all’ineleggibilità dell’ex presidente e leader ultraconservatore Jair Bolsonaro. Lula ha evidenziato subito la linea di demarcazione tra politica e giustizia, dichiarando che questo è un problema della giustizia e dunque non andrà ad influire sul suo governo e la sua “tranquillità“. Il presidente ha poi pragmaticamente aggiunto: “Bolsonaro sa cosa ha fatto. Se ha avuto ragione sarà premiato, se ha sbagliato sarà giudicato e punito in base all’errore che ha commesso“. Quelle di Lula sono parole che accompagnano una reazione tiepida e pacata, che forse nemmeno Bolsonaro si aspettava.

Brasile, il governo di Lula non teme influenze dalla condanna di Bolsonaro

Il Tribunale supremo elettorale brasiliano ha condannato Bolsonaro all’ineleggibilità per ben otto anni, dunque fino al 2030, quando l’ex presidente avrà 75 anni. La non idoneità alle elezioni e, dunque, alla carica di presidente è stata giustificata con l’abuso di potere e l’aver gettato dubbi infondati sul sistema di voto elettronico del Paese. Un elemento significativo per giungere alla decisione del Tribunale è stata una riunione del 18 luglio 2022, durante la quale l’ex presidente, in un vero e proprio abuso di potere, utilizzò personale del governo, il canale televisivo di Stato e il palazzo presidenziale per comunicare agli ambasciatori stranieri che il sistema di voto elettronico del Paese era truccato. La condanna all’ineleggibilità non è tuttavia arrivata all’unanimità. Infatti, due giudici su sette si sono schierati con Bolsonaro, dicendo che aveva il diritto di esprimere liberamente le sue opinioni.

L’ex presidente in una conferenza stampa trasmessa da Cnn Brasil ci ha tenuto a difendersi, sostenendo che “alcuni settori della società e il Tribunale superiore elettorale hanno fatto un massacro su di me“. Il leader populista ha poi rivendicato di aver “rispettato la costituzione“, ma soprattutto di aver “lavorato nel perimetro della legalità“. Per quanto concerne più nello specifico la sua condanna, Bolsonaro ha dichiarato, con parole forti, che il Paese è “sulla strada verso una dittatura. Le elezioni senza confronto non sono democrazia“. L’ex presidente si è poi detto convinto che qualcuno avrebbe celebrato la condanna, addirittura “con i fuochi d’artificio” e con brindisi.

L’ex presidente potrà presentare appello alla Corte Suprema, per contestare la condanna, giudicata da Bolsonaro “una pugnalata alle spalle“. L’ex capo di Stato ha poi chiarito che chiunque intenda aspirare alla presidenza nel 2026 per le forze conservatrici dovrà prima ricevere il suo appoggio. Dopo tale annuncio, si è autodefinito “un sostenitore elettorale di lusso“.