Pensioni, arrivano nuovi ipotesi di riforma dell’uscita per il 2024 con opzione donna, la misura di flessibilità che quest’anno ha scontentato tutti, a partire dalle lavoratrici – ma anche le forze politiche di maggioranza e di minoranza – per l’aumento dei requisiti richiesti. I tecnici del governo sono a lavoro per superare i rigidi paletti di quest’anno che consentiranno, a una platea di appena pochissime migliaia di lavoratrici, di poter andare in pensione anticipatamente.
Di riforma delle pensioni, anche di altre ipotesi di uscita anticipata e flessibile, se ne continuerà a parlare nei tavoli organizzati al ministero del Lavoro di Marina Elvira Calderone alla presenza dei sindacati. Proprio la ministra è convinta sulla riforma della misura che interessa le lavoratrici, danneggiate quest’anno dalla mancata proroga dei requisiti richiesti nel 2022. La ripresa delle contrattazioni, tuttavia, non ha di fatto convinto le sigle per le quali il governo è tornato a proporre le stesse misure di febbraio, prima dell’interruzione dei tavoli.
Pensioni, riforma opzione donna 2024: ultime novità
Nuove misure di pensione anticipata potrebbero arrivare dalla legge di Bilancio 2024 per le lavoratrici con l’opzione donna. La misura, profondamente modificata dalla Manovra 2023, ha aggravato i requisiti di uscita delle lavoratrici con il risultato che appena poche migliaia di donne potranno accedere alla pensione anticipata. Sul tavolo di riforma è in discussione il ritorno ai requisiti validi fino al 31 dicembre 2022, consistenti in un’età pari a 58 anni (59 anni per le lavoratrici autonome), unitamente a 35 anni di contributi versati. In tutte le versioni per le quali l’opzione donna sia stata prorogata negli ultimi anni, risulta costante il ricalcolo della pensione futura mediante il meccanismo contributivo, meno favorevole del sistema misto dal quale provengono la maggior parte delle lavoratrici.
Ci sono, tuttavia, ipotesi di uscita anticipata che avvicinerebbero la nuova opzione donna del 2024 più all’Ape sociale che alla vecchia versione della misura per le lavoratrici. Infatti, tra le ipotesi che circolano in questi giorni, c’è la possibilità di uscita all’età minima di 60 anni di lavoratrici che, oltre a lavorare, si prendano cura di una persona non autosufficiente in casa (caregiver), siano invalide civili per almeno il 74 per cento o che abbiano perso il lavoro per licenziamento. Con questa formula verrebbe eliminato anche il bonus figli, criterio che nel 2023 assegna un anno di riduzione dell’età minima da 60 anni fino a 58 anni, per ogni figlio avuto fino al limite di due.
Pensioni riforma opzione donna: arriva l’uscita a 60 anni sul modello Ape sociale
Un’ipotesi molto simile che ricalca l’anticipo pensionistico (Ape sociale), è quello che prevede un’uscita a 60 anni (ma non si esclude a 61 o a 62 anni, con uno sconto rispetto all’attuale misura che ne prevede 63), e che dovrebbe prevedere un’indennità mensile fino alla maturazione della pensione di vecchiaia. Su questo passaggio, le parti dovrebbero rivedersi ai tavoli della riforma delle pensioni del ministero del Lavoro. L’appuntamento con l’opzione donna è per il 5 settembre, al tavolo nel quale sarà presente anche l’Osservatorio sulla spesa previdenziale, il nuovo organo istituito presso il ministero del Lavoro per il controllo dei costi delle pensioni e per proporre misure di pensionamento anticipato.
Nuovi scivoli pensionistici: unificazione isopensione ed esodo contratti di espansione
Prima che si discuta ancora dell’opzione donna, le parti torneranno a incontrarsi per proporre ipotesi di pensioni di garanzia sui giovani il prossimo 11 luglio, mentre una settimana dopo il tavolo sarà incentrato sulle nuove misure di esodo e di scivolo pensionistico. In quest’ultimo caso, l’ipotesi è quello di far convergere le attuali misure di esodo, consistenti nei contratti di espansione, nell’isopensione e negli accordi di tipo privatistico tra imprese e lavoratori per l’uscita anticipata dei dipendenti. C’è la possibilità che nel prossimo anno i vari scivoli possano avere un unico canale di uscita anticipata.