UnFauno Countryboy, così s’intitola il nuovo singolo del giovane artista tra i nomi più quotati della young green music insieme a AlberiNoi e Daniele Barsanti. Al secolo Fauno Lami, lancia una canzone insieme ai Kutso, il cui significato è un attuale Messaggio tutto da scoprire. Lo svela lui in diretta a “Bagheera”, condotta tutti i giorni dal lunedì al giovedì in pieno drive-time e in radiovisione sul canale 264 del digitale terrestre dal cantautore Bussoletti e il sabato nell’edizione serale dalle 20 alle 22 per il “Bagheera Saturday Night Show”. Ecco i passaggi più importanti della loro chiacchierata.

UnFauno Countryboy, di cosa parla

“In questo brano, racconto un amore di periferia nato tra parcheggi, giostre e sigarette. Questo racconto viene immortalato e reso magico dal tocco del regista sloveno Oliver Takac, che con i suoi giochi di luce riesce a trasportare lo spettatore nelle pieghe più intime di una relazione, dove due anime si guardano per la prima volta e si dicono di sì. Takac è un fotografo di fama mondiale che ha lavorato con nomi importantissimi e che fa un uso della luce fuori dal mondo. In molti mi hanno chiesto come ho fatto ad arrivare a lui e la risposta è: alcool e sfacciataggine. Da tempo seguivo le sue opere sui social e durante una notte balorda, mentre scrollavo sui divanetti di un pub a San Lorenzo, dopo il quinto rum e cola ho deciso di scrivergli dal nulla, così ci siamo scambiati materiale e idee e da lì è iniziata la nostra collaborazione. Questo è il bello del web: non ci sono intermediari.”


UnFauno Countryboy, sulla scelta di fare solo singoli

“Di base ho deciso di fare così perché credo che la soglia dell’attenzione in Internet si sia molto accorciata. Va da sé che, se non hai in mente di fare un concept album, non ha più molto senso pubblicare un disco, soprattutto se sei un artista emergente. In rete le persone non ti dedicano più tempo di un brano. E non sto dando un giudizio morale a questo fenomeno mediatico della scarsa attenzione, semplicemente c’è e bisogna farci i conti. Esagero? Ti dico che, a ben vedere, la cosa può anche avere valenze positive: ad esempio è un modo per non fissarsi sulle cose e a mantenere uno sguardo sempre vivo sul presente, su ciò che ci prende momento per momento. Tradotto in discografico, significa che ora sto pubblicando periodicamente i miei singoli, senza pensare al futuro. Poi magari un giorno saranno tutti in una raccolta, ma per ora hanno vita propria e mi sta bene così.”

Sulla scelta del nome d’arte

“L’ho scelto perché dentro di sè questo nome d’arte ha una filosofia di vita e un cammino di crescita interiore. Forse non tutti sanno che, nell’antica mitologia classica, Fauno era una divinità romana associata alla natura, ai boschi e ai pascoli, e veniva rappresentato come un essere metà uomo e metà capra. Proteggeva i pastori, gli animali selvatici e i confini. Terre lontane in cui vi porta anche la mia musica. E poi, al secolo e all’anagrafe, mi chiamo davvero Fauno. Lo giuro!”

Sulla collaborazione con i Kutso

“Credo che le due vocalità si mischino benissimo e Matteo Gabbianelli è un artista immenso che stimo da sempre. Un featuring era una cosa assolutamente ntaurale.”

Ecco il link del podcast dell’intera intervista di UnFauno:

https://www.radiocusanocampus.it/it/unfauno-country-boy

Ecco il video di “Countryboy” di UnFauno: