Tragedia all’ospedale Regina Margherita di Torino: un bambino di soli 10 mesi perde la vita a causa di una catena di sbagli – tra cui l’errore fatale della recisione dell’aorta – nel corso di un’operazione al polmone. Dopo una lunga indagine, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tre medici coinvolti nel caso, accusati di omicidio colposo. L’udienza preliminare, presieduta dal giudice Agostino Pasquariello, è fissata per il 19 settembre.
Recisione all’aorta per errore uccide bambino di 10 mesi durante operazione
Il piccolo paziente soffriva di una malformazione congenita polmonare, per la quale era stato programmato un intervento di lobectomia, ovvero la rimozione di un lobo polmonare. Tuttavia, durante la procedura, secondo l’ipotesi formulata dal pubblico ministero Francesco La Rosa, si è verificato un grave errore: il chirurgo ha accidentalmente reciso l’aorta, principale vaso sanguigno del corpo umano. L’equipe medica presente in sala operatoria non si è accorta dell’errore, poiché a quell’età il dissanguamento procede in modo più lento. Solo tre ore dopo, la situazione è degenerata irrimediabilmente, e ogni tentativo di salvare il piccolo è risultato vano.
La famiglia del bambino, assistita dall’avvocato Michela Malerba, ha sporto denuncia e l’ospedale stesso ha prontamente segnalato il caso alla Procura. L’indagine ha originariamente coinvolto nove persone, ma dopo un’attenta valutazione, sei di loro sono state oggetto di richiesta di archiviazione.
Dalle indagini emerge che il bambino non è stato operato da un chirurgo specializzato in chirurgia toracica pediatrica, ma da un medico per adulti in servizio presso un altro ospedale. Inoltre, secondo l’accusa, l’anestesista non ha adottato le misure necessarie per monitorare costantemente il paziente, non riuscendo a rilevare tempestivamente l’errore commesso dal chirurgo.
L’ospedale Regina Margherita ha cooperato pienamente con le autorità e ha segnalato il caso alla Procura, dimostrando una volontà di fare piena luce sulla tragedia. La morte del bambino ha scosso profondamente l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulle procedure e le competenze del personale medico coinvolto in interventi chirurgici pediatrici.
L’inchiesta, condotta sotto la guida del pubblico ministero Francesco La Rosa, ha richiesto un approfondimento medico-legale durato sei mesi, durante il quale tre specialisti di Firenze hanno analizzato il caso. Sulla base delle conclusioni degli esperti, il magistrato ha deciso di chiedere il rinvio a giudizio per i tre medici coinvolti nel tragico episodio.