Pensioni quota 103, al via la domanda di bonus per chi dovesse decidere di continuare a lavorare nonostante la maturazione dei requisiti di uscita, nel 2023, della misura previdenziale. Tali requisiti si concretizzano nel raggiungimento dell’età di 62 anni, unitamente a 41 anni di contributi versati. L’incentivo per rimanere a lavoro era atteso da mesi, nonostante la possibilità di poter presentare istanza di uscita dal lavoro e, ad oggi, sembrerebbe che l’Inps abbia dato una svolta definitiva. Tale incentivo, conosciuto anche come “bonus Maroni“, si concretizza in un taglio dei contributi a carico dei lavoratori per l’aumento dello stipendio netto mensile. A dare notizia del via libera della domanda di incentivo è lo stesso Istituto previdenziale con il messaggio numero 2426 del 30 giugno 2023.

Pensioni quota 103 domanda bonus: a chi spetta e perché

Si potranno presentare presto le domande per l’incentivo legato alle pensioni a quota 103, la misura di uscita del 2023 con un’anzianità contributiva di 41 anni, unitamente all’età minima di 62 anni. Chi quest’anno dovesse raggiungere questi requisiti di uscita ha la possibilità di decidere di continuare a rimanere a lavoro e di beneficiare di un bonus (“Maroni”) consistente nel taglio dei contributi a proprio carico. In particolare, il taglio dei contributi si fa sulla quota del 9,19 per cento a carico del lavoratore che, quindi, non versandoli, se li ritroverebbe nel netto della busta paga, con un aumento dello stipendio.

Da quando si può presentare domanda e come

Nella comunicazione di ieri, l’Inps informa della disponibilità del nuovo servizio via web per la presentazione della domanda del bonus contributivo, rimandando – tuttavia – a un’altra comunicazione, di prossima pubblicazione, contenente le istruzioni operative di come beneficiare degli incentivi. Oltre alla quota 103 prevista dalla legge di Bilancio 2023, il governo ha inserito dunque la possibilità di ricevere il bonus in busta paga del 9,19 per cento di mancate trattenute previdenziali per il quale, tuttavia, è necessario presentare la domanda.

Chi dovesse maturare i requisiti della quota 103 nel 2023, potrà fare una doppia scelta: la prima è quella di continuare a lavorare, la seconda è quella di presentare domanda per lo sconto dei contributi. Si tratta pertanto di un’opzione che deve essere richiesta dal lavoratore. Il taglio dei contributi a carico del lavoratore perdura fino al momento in cui lo stesso non vada in pensione definitivamente, tramite quota 103 (il cui diritto rimane cristallizzato e può essere sfruttato anche nei prossimi anni), pensione di vecchiaia all’età di 67 anni o pensione anticipata di soli contributi (con 42 anni e 10 mesi di versamenti, le donne con 41 anni e 10 mesi).

Pensioni quota 103 domanda bonus: ecco di quanto aumenta lo stipendio per chi continua a lavorare e i calcoli col taglio del cuneo fiscale

Con la presentazione della domanda di bonus contributivo per chi sceglie di continuare a lavorare e non andare in pensione con la quota 103, è necessario fare le opportune considerazioni con quanto prevede il decreto “Lavoro” in merito al taglio del cuneo fiscale del 7% e del 6% sulle buste paga da luglio a dicembre 2023. A tal proposito, al taglio del 9,19% a vantaggio del lavoratore deve essere sottratto il 7% se lo stipendio mensile rientri nei 1.923 euro lordi mensili (fino a 25mila euro lordi all’anno), o il 6% se la retribuzione dovesse essere compresa tra 1.923 e 2.692 euro lordi mensili (tra 25mila e 35mila euro lordi all’anno).

Considerando, quindi, le buste paga della seconda metà del 2023, l’incentivo si traduce in una percentuale di sconto dei contributi pari al 2,19% per redditi mensili da 1.923 e 2.692 euro lordi, e del 3,19% per stipendi da 1.923 a 2.692 euro lordi al mese. Ad esempio, il 2,19% di sconto contributivo per un lavoratore che accetti il bonus “Maroni” produrrebbe, da luglio a dicembre, un taglio di 35,04 euro lordi, pari a 26,28 euro netti in più in busta paga. Una parte dei vantaggi contributivi del taglio del cuneo fiscale sarebbero assorbiti, dunque, dall’incentivo per il rimando dell’uscita con quota 103.