Una donna di 74 anni è stata trovata morta in casa e a distanza di tre giorni è stato arrestato il marito. Si tratta di una storia di maltrattamenti che dura da diversi anni, tanto che nel 2019 l’uomo era stato allontanato dalla casa che condivideva con la moglie trovata morta mercoledì scorso. La vicenda si è consumata in provincia di Pordenone, esattamente a Fiume Veneto. A fare il macabro ritrovamento sono stati degli assistenti sanitari a cui era affidata la donna perché non era autosufficiente. Tutto risale a mercoledì scorso, la donna viene trovata senza vita e dagli esami probabilmente ormai erano già passate 24 ore, ma il marito non aveva lanciato nessun allarme. Così dopo un paio di giorni di ricerche e di accertamenti oggi, sabato 1 luglio, è stato posto sotto fermo il marito della vittima, un uomo di 75 anni che avrebbe vegliato il corpo della moglie, a suo dire, senza accorgersi che fosse deceduta. Lo stesso uomo in passato già era stato accertato come colpevole di maltrattamenti nei confronti della compagna.
Il ritrovamento della vittima è avvenuto questo mercoledì mattina, quando gli assistenti domiciliari, come d’abitudine, si sono recati nell’appartamento della coppia per portare le cure necessarie alla paziente che era inferma. A quel punto naturalmente è scattato l’allarme e sono stati chiamati i carabinieri, passo che il marito non aveva fatto.

Donna trovata morta in casa a Pordenone, arrestato il marito

Dopo i primi esami, il medico di famiglia ha potuto stabilire addirittura che la morte era sopraggiunta almeno 24 ore prima del ritrovamento del corpo. In più, sempre durante gli esami sono emersi altri particolari. Il medico che ha effettuato i rilievi infatti ha trovato anche diverse ecchimosi al mento e alla fronte. Per questo la segnalazione è arrivata in procura e sono scattate le indagini. Il marito della donna è finito subito al centro dell’inchiesta visti i precedenti, tanto che oggi è arrivata la svolta con il fermo dell’uomo da parte dei carabinieri. I militari del reparto operativo nucleo investigativo del Comando provinciale carabinieri di Pordenone hanno preso il provvedimento su segnalazione del pubblico ministero Andrea Del Missier che ha ritenuto che ci fossero degli indizi di colpevolezza a partire dal mancato allarme. Sono partite così le indagini da parte degli uomini dell’arma che hanno indagato su alcuni comportamenti sospetti assunti dal marito della vittima. A far scattare l’allarme immediatamente è stato sicuramente il fatto che che non abbia chiamato aiuto, nonostante le condizioni della donna, per oltre 24 ore, ma non solo. Lo stesso, aveva dichiarato immediatamente alle assistenti domiciliari – arrivate in casa e che si sono accorte del decesso – di non essersi reso conto che la moglie fosse morta.

In passato l’uomo era stato allontanato dalla casa di famiglia per maltrattamenti

A pesare sulla condizione del marito della deceduta, alcuni precedenti di violenza commessi proprio sulla moglie. L’anziano infatti si era macchiato, nel 2018, di atti di violenza nei confronti dell’ormai vittima, tanto da essere destinatario di un provvedimento di allontanamento dalla casa che condivideva con la coniuge, nel 2019. “A seguito di ulteriori accertamenti – si legge in una nota di Procura e carabinieri – sono stati raccolti univoci e concordanti indizi di colpevolezza”. Il pubblico ministero ha quindi deciso di interrogare immediatamente l’uomo divenuto il primo sospettato. E proprio dopo averlo ascoltato nel corso di tutto il pomeriggio di venerdì 30 giugno, fino a sera, lo stesso pm ha emesso questa mattina un provvedimento di fermo nei confronti del marito della vittima, come indiziato di delitto. Ora l’uomo è in attesa che il provvedimento venga convalidato. Al momento l’accusato è stato accompagnato nella prigione di Pordenone e la casa dove sarebbe avvenuto il delitto, sottoposta a sequestro al fine di svolgere tutti gli accertamenti tecnici del caso. L’interrogatorio da parte del Gip e l’autopsia sul corpo della vittima verranno effettuati nei prossimi giorni.