All’inizio giocavo a calcio con scarpe da ginnastica, le più economiche, poi con le ottime Superga, andando avanti con scarpette con i tacchetti di gomma, infine con la Pantofola d’oro e mi sembrò di toccare il cielo. Mi è tornata in mente questa progressione delle mie scarpette, che oggi chiamano scarpini e non so perché, leggendo un articolo sul quotidiano
La Nazione che parla di un calcio di altri tempi in riferimento al Corazzano, la squadra della frazione di San Miniato in provincia di Pisa. Ricorda “quando i ragazzini sceglievano una squadra per giocare a pallone ed era la società a fornire borsa, tuta e, spesso, anche le scarpe con i tacchetti. I genitori non dovevano sborsare neanche una lira. Neppure per andare a vedere le partite“. Nell’anno della storica promozione in Seconda Categoria, la società del presidente Massimo Bartolomeo ha deciso di allestire una squadra Esordienti (ragazze e ragazzi nati nel 2011 e 2012) che parteciperà al campionato Figc della provincia di Pisa.
Non si pagano iscrizioni e abbigliamento e gli allenatori sono volontari
“La nostra decisione è il frutto del sostegno di alcuni sponsor – dice il direttore generale Marzio Fiaschi – Ma soprattutto è una scelta ben precisa dal punto di vista sociale. Ci sono famiglie che hanno tre figli e sono costrette a spendere anche fino a 1.500 euro l’anno per le quote di iscrizioni, l’abbigliamento e l’ingresso alle partite. Di calcio o di altri sport. Le famiglie non pagano e gli allenatori sono volontari. Siamo a una quindicina di giocatori e giocatrici, ma vogliamo arrivare a comporre un gruppo di venti”. Sembra il calcio giovanile di una volta ma potrebbe essere anche quello del futuro.
Stefano Bisi
Leggi anche Genitori-ultras nei campi del calcio giovanile e Il calcio preferito è quello da remoto, soprattutto dai giovani