Continua a essere in forte perdita e ad accumulare debiti Eataly, il rinomato gruppo di ristorazione e food retail fondato nel 2002 da Natale “Oscar” Farinetti. Eataly è diffuso nel mondo con 45 negozi e dallo dicembre è guidato dal nuovo amministratore delegato Andrea Cipolloni, subentrato a Farinetti. I 605 milioni di euro di ricavi (con un +30,2% rispetto allo scorso anno) e un ebitda – ossia il margine operativo lordo – di circa 25 milioni di euro non sono stati sufficienti per compensare le perdite del gruppo. L’esercizio 2022 si è chiuso nella parte civilistica con un rosso di 25,8 milioni di euro, oltre due milioni al mese.
Eataly, sempre più in perdita e con continui debiti da saldare
L’esercizio 2022 dunque si è chiuso con un rosso peggiore rispetto a quello del bilancio 2021, pari a 22,1 milioni. Le perdite accumulate e non ripianate sono giunte alla cifra di 70 milioni di euro, a fronte di un patrimonio netto di 58,7 milioni di euro, secondo i dati forniti da Affari italiani. La situazione rimane critica, dunque, e ciò anche se i ricavi sono saliti. La relazione sulla gestione, inoltre, ha spiegato che il gruppo a maggio del 2022 è stato finanziato dai soci per 15 milioni.
Così, dopo l’estate la proprietà di Eataly passerà in parte alla società di investimenti Investindustrial di Andrea Bonomi. Tale cambiamento è motivato dalla previsione di un aumento di capitale di 200 milioni. Inoltre, avverrà un concomitante acquisto (per una somma non resa nota) da parte di Investindustrial di una parte delle quote detenute dagli azionisti esistenti, per fare sì che la società di Bonomi giunga a detenere la maggioranza. Al closing, Investindustrial controllerà il 52% del capitale. Ai soci storici, ossia Eatinvest (la famiglia Farinetti), la famiglia Baffigo / Miroglio e Clubitaly (Tamburi Investment Partners), rimarrà il restante 48% del capitale. Permane tuttavia il rischio che l’idea di Farinetti, quella di una specie di mercato dove comprare le specialità delle regioni italiane facendo attenzione alla qualità, apparisse geniale più sulla carta che non nella realtà.