Si chiama “Pinkroad”, l’app ideata da una studentessa di Torino per mettere in contatto donne che si trovano a dover attraversare da sole lo stesso tratto di strada, specie di notte, quando le insidie sono maggiori. A parlarne è l’edizione torinese di Repubblica, che fa sapere che l’idea, nata nel 2020, sarebbe attualmente in via di sviluppo. Negli intenti ricorda, almeno in parte, l’iniziativa dei “citofoni rosa” che a Padova è stata pensata dal performer Antonio Irre per combattere la solitudine sociale.

Pinkoard, che cos’è l’app anti-molestie ideata per le donne a Torino

A tutte almeno una volta è capitato di subire molestie, a me è successo. Parlandone con le donne della mia famiglia e le mie amiche, mi sono resa conto di quanto il fenomeno fosse diffuso e ho iniziato a pensare a possibili soluzioni,

ha dichiarato ai microfoni di Repubblica Giulia Sorriento, la studentessa di 26 anni che a Torino, con il supporto dei colleghi Matteo Barone, Simone Testagrossa e Andrea Viganò, ha ideato e sviluppato un’app anti-molestie che possa aiutare le donne a sentirsi più al sicuro, per esempio quando devono tornare a casa da sole, di sera, percorrendo strade buie e frequentate da malintenzionati.

L’idea, nata nel 2020, è semplice: da un lato, consentire loro di ricevere un supporto virtuale nei momenti in cui si sentono maggiormente esposte, una sorta di community accessibile in ogni momento e da ogni luogo della città; dall’altro, permettergli di incontrare dal vivo altre donne che si trovano nella stessa situazione e che, ad esempio, devono percorrere lo stesso tratto di strada.

Tutto si basa sulla solidarietà femminile. Un passo in avanti, di certo, ma non abbastanza per combattere un fenomeno che appare sempre più diffuso ed urgente.

La verità è che non esiste nessun luogo sicuro – ha spiegato Giulia -. Il nostro è un intervento concreto, ma non risolve il problema: non possiamo pensare che l’unico sostegno per le donne sia la solidarietà femminile. Serve un cambio di passo culturale.

Come funziona e quando sarà lanciata l’app

L’app, già esistente in versione beta, sarà testata ufficialmente nella serata di oggi, 1 luglio, presso l’associazione Comala di corso Ferrucci, a Torino. Poi, entro la fine dell’anno, dovrebbe essere lanciata in tutta Italia, diventando operativa. A dare notizia dell’evento è la pagina dedicata all’app su Instagram, che condivide riflessioni e consigli per le donne che si sentono in pericolo.

Per fare l’accesso bisognerà essere muniti di Spid. È un modo per evitare che anche gli uomini malintenzionati possano servirsene per individuare donne sole, garantendo a queste ultime una maggiore sicurezza.

Entrando nell’app vedranno chi è vicino a loro in ogni ora del giorno e potranno contattarsi,

spiega Sorriento. Le funzionalità di base, come la geolocalizzazione, resteranno gratuite. Ma la speranza dei fondatori è che, presto, possano non servire più.

Significherebbe che qualcosa è cambiato.

L’iniziativa dei “citofoni rosa” ideata da un artista a Padova

Negli intenti, l’idea ricorda quella lanciata dall’artista Antonio Irre a Padova per combattere la solitudine sociale. Si chiama “Citofoni Rosa” e consiste nel fornire supporto a chi, per un motivo o per un altro, abbia bisogno di un aiuto, un consiglio, o una semplice chiacchierata: chi aderisce, decidendo di mettersi in contatto con il performer, viene raggiunto e dotato di una targhetta rosa da apporre sul citofono di casa, in modo da essere riconoscibile. Così, negli orari e nelle modalità che deciderà, potrà essere contattato da chi si sente solo.

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