Pier Silvio Berlusconi potrebbe essere intenzionato a seguire la strada del padre, spinto da voglia di emulazione, ebbrezza della novità e ambizione del potere. Sarebbe un’ulteriore rivendicazione di essere “figlio di mio padre”, come ha dichiarato nella lettera inviata a Repubblica. Non è la prima volta che si palesa, per Pier Silvio, la possibilità di intraprendere una carriera politica. Già nel 2014, in vista delle elezioni europee e con Berlusconi impossibilitato a candidarsi a causa del processo Mediaset, si cercava un sostituto per il partito. Berlusconi si servì di alcuni sondaggi, includendo i figli tra i possibili successori. Pier Silvio risultò il primo della lista, un indice di fiducia personale che oscillava tra il 25 e il 30% e una capacità di far incrementare i voti azzurri del 3%. Pur forte di questi sondaggi, Pier Silvio però non se la sentì.
Pier Silvio Berlusconi, su una possibile carriera in politica: “Mi piacerebbe”
A nove anni di distanza da quelle elezioni europee, Pier Silvio si trova di fronte allo stesso dilemma, tuttavia senza più Berlusconi che gli appoggia la mano sulla spalla. Ma con un cognome che, oggi più che mai, ha un peso specifico rilevante. I sondaggi che sono stati di recente commissionati con il suo nome hanno chiaramente mostrato le difficoltà in cui versa oggi Forza Italia e il giudizio dell’opinione pubblica. La sondaggista Alessandra Ghisleri ha sottolineato che “non esiste un erede politico di Silvio Berlusconi“.
L’ad di Mediaset avrebbe iniziato a indagare su come sia la vita a Palazzo Chigi, una curiosità motivata con: “mi piacerebbe“. Buttarsi in politica ora, per Pier Silvio, costituirebbe una sfida da affrontare ben equipaggiato, affiancato da uno staff e circondato da consiglieri politici, economici e diplomatici. Sarebbe poi necessario investire tempo, energie e risorse per relazionarsi con quei mondi di riferimento che garantiscono voti. Tuttavia, questa scelta comporterebbe il dover lasciare la carica a Mediaset, andando a variare gli equilibri familiari e di un’azienda che si trova ora in una delicata fase di transizione.
Non sarebbe poi ben chiaro che posizione nel partito andrebbe a ricoprire il giovane Berlusconi. Guiderebbe forse il partito a cui la famiglia ha promesso di “restare accanto” o, con grandi ambizioni, punterebbe direttamente su Palazzo Chigi? Potrebbe anche fungere da “tessera numero uno” dei blu, influenzandone in qualche modo le scelte strategiche e raccogliendo l’eredità politica del padre.
Un semplice punto di vista. “Non esiste un vero erede politico di Berlusconi”. E per fortuna. Se chi ha creato un impero dal poco o nulla ha da un lato l’immagine positiva di chi ha fatto, creato, “da sé” dall’altra ha l’ombra del dubbio se tutto quanto sia stato possibile in modi sempre leciti,
Ma chi eredita è al di fuori di queste auree, considerazioni.
Chi eredita si è addirittura trovato in quella situazione suo malgrado. Può essere il prode che deve cercare di gestire al meglio, per tutti, con capacità.
Piersilvio senz’altro ha avuto molto dalla fortuna: è nato ricco, quindi potente, ed è pure un bell’uomo. Che sarebbe stato attraente anche fosse stato povero in canna.
Ed è intelligente.
Qualcuno, secondo le notizie, ha detto che dopo la morte del padre per lui sarebbe tutto finito. Io non credo, per lui è invece anche un, nuovo, inizio.
Bisogna fare attenzione con la politica. È meglio mantenere la posizione, quando c’è, l’effettivo potere delle posizioni, piuttosto che barattarlo per l’immagine, che alla fine è, il solo ruolo politico.
Bisogna considerare gli svantaggi dell’eccessiva visibilità, e che chiunque sia andato in politica non è MAI uscito bene come immagine.
Ed è sempre stato visto/addossato in seguito come il colpevole delle situazioni.
Pure non c’è da fidarsi troppo in chi ti spinge in questo ruolo.