Stagione che definire difficile è riduttivo quella di Nick Kyrgios: l’australiano ha giocato pochissimo. Ma nonostante tutto non molla e in una recente intervista ha parlato dei suoi prossimi obiettivi nel breve e lungo periodo.
Non credo di dover dimostrare nulla. Quando ero bambino, non avrei mai pensato di poter giocare a questo livello e di poter battere quasi tutti i professionisti. Oggi so cosa significa battere i quattro grandi, vincere titoli e ispirare milioni di persone. E tutto questo, semplicemente essendo me stesso.
L’australiano Kyrgios parla poi di come è difficile far convivere carriera e vita privata, soprattutto nel suo Paese.
In Australia è molto difficile mantenere la propria vita privata, quando io e la mia ragazza usciamo a cena la sera c’è sempre gente che si presenta e vuole fotografarci. Quando ho battuto Nadal a Wimbledon, la gente si è accampata fuori da casa mia in Australia per due settimane. Non potevo nemmeno uscire dalla porta. Per me è molto importante, non credo che sport e intrattenimento siano sempre stati così strettamente legati. È bene avere un equilibrio, naturalmente, ci sono giocatori come David Goffin, per esempio, che si concentrano solo sul suo tennis. Ma poi ci sono ragazzi come Monfils o me che attirano grandi folle, il che è altrettanto importante. Se non c’è nessuno a guardare, lo sport professionistico non ha senso
Gli idoli di Kyrgios e la riflessione sulla sua carriera
L’australiano è in pace con sé stesso e il suo percorso tennistico.
Non ascolto mai quello che dice la gente, sono molto soddisfatto di quello che ho raggiunto. Ho 28 anni, ora sono di nuovo in salute, anche la mia famiglia è in salute, ho una bella fidanzata e una casa alle Bahamas. La classifica? Non credo che renda giustizia alla realtà, premia solo la perseveranza. L’anno scorso ho battuto Rublev quando era il numero 7 del mondo, e allora? Le classifiche non significano nulla. Ho ammirato molti giocatori dell’NBA, ho giocato a basket fino a 14 anni, finché ho dovuto smettere perché mi sono concentrato sul tennis, ma gioco sempre quando sono a casa. Se dovessi indicare un idolo, sarebbe Kevin Garnett, mi piace lo stile dei giocatori di basket. I tennisti non sono così, forse all’epoca Jo-Wilfried Tsonga. Ma d’altra parte, mi piaceva anche guardare Roger, credo che Federer sarebbe un modello per tutti