Essere il coach di Jannik Sinner non è facile: sei al centro delle attenzioni dei tifosi di tennis e hai una responsabilità nello sviluppo del giocatore. Ecco perché Simone Vagnozzi da qualche tempo è l’uomo-chiave dell’altoatesino sotto tutti i punti di vista. In una lunga intervista rilasciata a La Repubblica, alla vigilia del torneo di Wimbledon 2023, il coach classe 1983 ha parlato di quello che è l’obiettivo principale dell’attuale stagione:
Vogliamo arrivare alle ATP Finals da titolari, non da riserve come accaduto due anni fa. Stiamo cercando di ampliare ulteriormente il bagaglio di Jannik, non deve solo essere mirato ai risultati, che naturalmente desideriamo. Il tennis non è una gara sprint tipo i cento metri dell’atletica, ma una maratona.
Poi, sul suo ruolo – ovviamente fondamentale nella crescita del ragazzo – Vagnozzi fa un passo di lato:
Ho un look molto tranquillo, come l’amico di tutti i giorni. Molti coach di tennis si pongono come fossero dei guru ma, onestamente, siamo solo degli allenatori di tennis. È un bellissimo lavoro, ma non siamo medici che salvano vite umane. Bisogna anche sapersi guardare allo specchio secondo me.
Coach Vagnozzi ha parlato di Sinner e delle opinioni della gente: “Oggi c’è un problema culturale”
Quindi, ecco che viene fuori com’è Sinner dentro e fuori dal campo. Stiamo parlando di un ragazzo umile, a cui non piace essere al centro dei riflettori. Sa cosa deve fare e fa le domande giuste, secondo il pensiero di Vagnozzi:
Jannik fa tante domande. Quando mi chiamò iniziammo a parlare, gli spiegai quello che secondo me poteva essere il suo percorso più giusto. Poi, man mano che ci siamo conosciuti, abbiamo trovato feeling e fiducia reciproca, che credo sia la parte principale del rapporto” – spiega Vagnozzi. “Sinner è un ragazzo che ascolta le cose che gli dici e talvolta pone dei dubbi. Ma sa che deve migliorare: io allenatore propongo delle cose, lui giocatore le deve ascoltare e ci deve credere, perché se le cose vengono fatte senza fiducia non servono a niente. Il nostro rapporto è cresciuto, bisognava conoscersi. Stiamo cercando di renderlo un giocatore migliore. Oggi c’è un problema culturale, cioè che se a vent’anni non sei diventato un top ten sei considerato un fallito: è grave.
L’italiano rappresenta una delle speranze più luminose all’interno di Wimbledon 2023 ai nastri di partenza. In attesa di capire quali sono le reali condizioni di Matteo Berrettini sorteggiato al primo turno con Lorenzo Sonego: qualche giorno fa era andata molto male al tennista romano.