Rottamazione, il disegno di legge di conversione del decreto “Lavoro” approvato nella giornata di ieri, 29 giugno 2023, salva i contributi Inps dei lavoratori autonomi. Pertanto, si potrà procedere con il ricalcolo dei debiti che le partite Iva hanno con l’Istituto previdenziale al fine di recuperare le quote contributive ai fini delle future pensioni. La sanatoria prevista dalla conversione in legge del decreto dello scorso 1° maggio, ricostruisce pertanto i debiti contributivi dall’azione della rottamazione delle cartelle, in modo che i contributi possano essere recuperati entro la fine del 2023. Interessati alla misura sono tutte le partite Iva, i liberi professionisti e i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata dell’Inps. Il debitore deve seguire la procedura che implica il riconteggio dei debiti contributivi cancellati dall’azione della rottamazione delle cartelle.
Rottamazione contributi Inps lavoratori autonomi, partite Iva, agricoltori e professionisti, quali sono?
Salvi i contributi previdenziali Inps dei lavoratori autonomi, delle partite Iva e dei professionisti dall’azione della rottamazione delle cartelle. In particolare, l’azione si riferisce ai debiti contributivi che le partite Iva possano avere nei confronti dell’Istituto previdenziali per vecchi contributi non versati, entro l’importo di 1.000 euro, e che possono essere recuperati anziché perderli per sempre. I contributi sono quelli degli iscritti alla Gestione separata dell’Inps: oltre alle partite Iva e ai liberi professionisti, particolare attenzione dovranno prestarla anche i commercianti, gli artigiani e i lavoratori autonomi agricoli che possono recuperare i debiti contributivi ammettendoli al monte dei versamenti ai fini delle future pensioni.
Rottamazione, salvi i contributi Inps dei lavoratori autonomi: ecco come recuperarli
Il decreto legge “Lavoro”, nella versione definitiva approvata nella giornata 29 giugno alla Camera dei Deputati, lo prevede per i casi di rottamazione delle cartelle dei contribuenti. In particolare, i debiti si riferiscono anche alle rottamazioni dal 2018 al 2023 (oltre a quelle del periodo 2000-2015) che andranno persi in via definitiva nel caso in cui gli interessati non esercitino il relativo pagamento. Si tratta di debiti contributivi fino a 1.000 euro di importo, inclusi nella rottamazione delle cartelle dei lavoratori autonomi, che procederebbe alla definitiva cancellazione degli stessi. Nel caso dei lavoratori autonomi e di quelli iscritti alla Gestione separata dell’Inps, lo stralcio delle cartelle relative ai debiti contributivi avrebbe come effetto quello di annullare anche il carico di contributi a vantaggio della futura pensione del contribuente.
Ricalcolo versamenti Inps e pagamento entro il 31 dicembre 2023, in un’unica soluzione o a rate
Ciò che si può evitare con la sanatoria è che la rottamazione delle cartelle fino a 1.000 euro relative ai debiti contributivi, cancellino non solo il carico dal conteggio dell’agente della riscossione, ma anche dall’estratto conto dell’Inps, con ripercussioni evidenti riguardo al futuro assegno di pensione. Il maggiore rischio ricade sui lavoratori autonomi agricoli, il cui mancato versamento anche solamente di una rata comporta l’azzeramento dell’accredito dell’anno intero.
A tal proposito, i lavoratori autonomi che dovessero trovarsi in questa situazione possono procedere con la sanatoria delle cartelle, ripristinando il vecchio debito contributivo e procedendo con il pagamento di quanto dovuto. Nel dettaglio, i debiti contributivi riguardano la rottamazione sia del 2023 (prevista dalla legge di Bilancio di quest’anno), che quelle dal 1° gennaio 2000 fino al 31 dicembre 2015, nonché i debiti relativi al 2018 (decreto legge numero 198). Su tutti questi debiti, che altrimenti verrebbero stralciati, il contribuente può chiederne il riconteggio ai fini del futuro pagamento e l’inclusione dei relativi contributi al cassetto previdenziale dell’Inps. La richiesta deve essere fatta nelle modalità che saranno rese note dall’Inps mediante messaggio, al fine di pagare quanto dovuto entro il 31 dicembre 2023 in un’unica soluzione o con rate.