Sono passate poco meno di tre settimane dalla vittoria della Champions League, ma adesso sembrano esserci problemi in vista per il Manchester City. Ad aprire nuovi possibili guai è l’ultima inchiesta lanciata in Inghilterra dal “The Times”. Stando a quanto riporta il giornale britannico, infatti, la gestione degli sponsor del Manchester City avrebbe aperto delle falle, portando quindi a delle violazioni delle norme UEFA.

Manchester City, sponsor coperti dagli Emirati Arabi: il “caso” dei 30 milioni

A far sorgere i dubbi nell’inchiesta del “The Times” sarebbe stato un report che la UEFA ha sviluppato nel 2020, senza mai pubblicarlo. Qui viene evidenziato come nelle stagioni 2012/13 e 2013/14 siano stati coinvolte, sotto forma di finanziamenti da parte di sponsor, ben 30 milioni di sterline (circa 35 milioni di euro). Questi, in realtà, erano approvvigionamenti economici provenienti dagli Emirati Arabi Uniti.

Dei veri e propri “sponsor coperti“, o anche “finanziamenti azionari camuffati” (come li definisce Calcio&Finanza). Secondo la UEFA, questi sarebbero dovuti provenire invece dalla Etisalat, una società di telecomunicazioni di maggioranza statale degli Emirati Arabi. Sembra chiaro quindi, come i finanziamenti provenissero dall’Abu Dhabi United Group (ADUG). Questo è il gruppo di investimento guidato dai proprietari del City: il vicepresidente di Abu Dhabi, lo sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan, e i suoi soci.

Gli avvocati del City, secondo la UEFA, avrebbero indicato come versatore del pagamento un tale “Jaber Mohamed“, anche se gli investigatori UEFA non sono riusciti a verificare quest’identità. Il report spiega come “. . . la domanda ovvia, a cui non è stata data risposta in nessun punto della presentazione e delle prove del club, [è] perché Etisalat o ADUG avrebbero dovuto aver bisogno di assistenza finanziaria da parte di un broker per pagare le passività di sponsorizzazione di Etisalat. Queste le dichiarazioni riportate da Calcio&Finanza.

La difesa del City

Gli avvocati del Manchester City sostengono come Etisalat abbia già rimborsato i soldi al proprietario nel 2015. La UEFA, però, non ha mai accolto questa posizione, portando alla squalifica dei Citizens dalle competizioni europee nel 2019. Questa sanzione è stata successivamente annullata dal TAS di Losanna). Ma la Premier League può ancora formulare queste accuse. Al contrario della UEFA, che ha visto la propria denuncia venire ribaltata dal TAS perché i pagamenti erano prescritti, nelle indagini della lega inglese non esistono limiti di tempo. Ci sono ben 115 accuse rivolte al club, che intercorrono in un periodo di tempo dal 2009/10 al 2017/18.

Secondo il report della UEFA, la dirigenza del Manchester City era consapevole che i pagamenti effettuati da Jaber Mohamed fossero un finanziamento azionario. Il club, invece, li aveva fatti passare come dei pagamenti per lo sponsor. Infine, la UEFA afferma che i rendiconti finanziari abbiano sopravvalutato le entrate della sponsorizzazione del club. Se questi erano sottoposti a resoconto come finanziamenti annuali, in realtà era stato incluso l’intero importo che Etisalat avrebbe dovuto versare per il 2012 e il 2013.