La fascia arcobaleno, rifiutata dalla Fifa per i mondiali maschili giocati in Qatar lo scorso dicembre, non potrà essere utilizzata neanche durante la medesima competizione femminile in programma tra luglio e agosto prossimi, ma ci saranno otto alternative. La Federazione internazionale ha deciso e ha comunicato alle squadre che parteciperanno al prossimo mondiale femminile in programma in Australia e Nuova Zelanda (dal prossimo 20 luglio al 20 agosto), che – come successo per gli uomini – non sarà loro possibile indossare la fascia a sostegno dei diritti LGBTQ+. Si tratta della tanto discussa fascia denominata anche “One Love” e di cui si è parlato tanto anche prima e durante i campionati disputati in Qatar lo scorso dicembre dalle squadre maschili. Il regolamento non cambia, la Fifa applica le stesse regole per tutte le categorie, niente fascia da capitano a favore dei diritti LGBTQ neanche questa volta. Le squadre che parteciperanno alla competizione globale femminile, il prossimo luglio, potranno indossare comunque dei messaggi inclusivi e delle bande di stoffa colorate che affronteranno temi approvati dalla federazione guidata da Giovanni Infantino.

Per la Fifa niente fascia arcobaleno per i mondiali femminili, proposte otto alternative in accordo con le squadre partecipanti

Al Mondiale delle donne infatti, ha fatto sapere proprio il presidente della FIFA, potrà essere utilizzata una fascia da capitano diversa da quella standard e con una versione comunque inclusiva che riguarderà temi scelti proprio di comune accordo con le squadre partecipanti. Ci saranno diversi argomenti per cui si potrà manifestare indossando al braccio un messaggio sociale. E questi temi, come detto, sono stati scelti di tramite degli incontri e dei confronti che ci sono stati tra le giocatrici e le agenzie delle Nazioni Unite. Le squadre potranno optare tra otto possibilità offerte loro e che affrontano diverse questioni: “Uniti per l’inclusione”, “Uniti per i popoli indigeni”, “Uniti per l’uguaglianza di genere”, “Uniti per la pace”, “Uniti per l’istruzione per tutti”, “Uniti per la fame zero”, “Uniti per la fine della violenza contro le donne” e “Il calcio è gioia, pace, amore, speranza e passione”. Le capitane delle squadre potranno giocare e diffondere uno di questi messaggi. Se non ci sarà quindi la fascia arcobaleno, ci saranno sicuramente altri e tanti colori disponibili, come quelli dedicati al rispetto delle origini.

Incontri e dialoghi con le squadre per affrontare il tema e per evitare un secondo caso Qatar

Visto che la soluzione alternativa alla fascia arcobaleno è stata scelta proprio con le squadre partecipanti, è ipotizzabile che non ci saranno tutte le polemiche che invece hanno caratterizzato il mondiale maschile. Nella memoria rimane sicuramente la protesta portata avanti dalla nazionale tedesca, in Qatar, alla quale era stato proibito di scendere in campo con la ‘One Love‘ e che, dopo la prima partita dei mondiali, ha scattato la foto con tutti i giocatori che si tappavano la bocca in segno di protesta. Quello è stato l’episodio più clamoroso, ma in realtà prima dell’inizio della competizione erano state 8 le nazionali che si erano dichiarate pronte a protestare per la limitazione delle Fifa alla scelta di voler scendere in campo con la fascia arcobaleno. Poi dopo i messaggi della federazione in cui chiaramente venivano annunciate sanzioni per chi lo avrebbe fatto, le nazionali erano tornate sui loro passi. Poi tutto sembrava essersi calmato quando il presidente Infantino aveva comunicato che sarebbe stato permesso ai capitani di scendere in campo con il messaggio “No discrimination“. E adesso anche per i mondiali femminili sembra che le parti abbiano trovato un punto d’incontro proprio con le alternative proposte e scelte da squadre e federazione: le squadre potranno sposare una causa per l’intero torneo e cambiare messaggio a ogni partita o anche indossare una fascia neutra. C’è da pensare sicuramente che, il fatto che la federazione abbia deciso di avere un confronto con le squadre partecipanti proprio sul tema, quanto successo in Qatar sia servito almeno ad evitare scontri e polemiche.

Il messaggio del presidente Infantino “Il calcio unisce e punta i riflettori su cause importanti”

Dopo alcuni colloqui molto aperti con le parti interessate, comprese le associazioni affiliate e i giocatori, abbiamo deciso di evidenziare una serie di cause sociali – dall’inclusione all’uguaglianza di genere, dalla pace alla fine della fame, dall’istruzione alla lotta alla violenza domestica – per le 64 partite a la Coppa del Mondo femminile FIFA”

Anche se qualcuno ha già polemizzato, ipotizzando invece che questo sia un modo per ‘controllare’ i messaggi. Il presidente Infantino comunque ci ha tenuto a spiegare, diffondendo una nota, che: “Il calcio unisce il mondo e i nostri eventi globali, come la Coppa del Mondo femminile FIFA, hanno un potere unico di riunire le persone e fornire gioia, eccitazione e passione. Ma il calcio fa anche di più: può puntare i riflettori su cause molto importanti nella nostra società. Dopo alcuni colloqui molto aperti con le parti interessate, comprese le associazioni affiliate e i giocatori, abbiamo deciso di evidenziare una serie di cause sociali – dall’inclusione all’uguaglianza di genere, dalla pace alla fine della fame, dall’istruzione alla lotta alla violenza domestica – per le 64 partite a la Coppa del Mondo femminile FIFA”.